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Legami a persone
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Redazione
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Titolo uniforme
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Descrizione analitica
Clori che amando ardete
Sì dolc'è la mia fiamma
Ahi del solito ardore
Troppo care mie pene
Trascrizione del testo poetico
Cori che amando ardete
E di dura prigion soffrite il danno
Non fia mai che l’affanno
Vi turbi sì che possa
Farvi sdegnar non che spezzar il laccio.
Da me che pur mi giaccio
In stretta servitù cori apprendete
Come soffrir dovete.
Anch’io ne’ primi istanti
Che a Filli consacrai l’anima mia
Credei che troppa ria
Doveste il mio pensier turbar la pena
Poiché poco serena
Splender vedea de raggi suoi la luce,
Ma poiché in me s’accresce
Come nel suo bel viso
Grazia per farsi amar l’alto desio
Nell’amorosa face
Ardo ed arder mi piace
Perché premio all’ardor la fiamma istessa
E quando anche concessa
Mai non fosse al penar qualche mercede
Per il mio cor ch’eccede
Ogn’altri in amor viva e respiri
Sente amabili al pari
Delle gioie più dolci ancora i martiri.
Sì dolce la mia fiamma
Ch’io bramo un altro cor
Per più languire.
Il sen tanto s’infiamma
Che già sen more
Al lusinghier martire.
Chi del solito ardore
Onde avampa ogni cor sente gl’incendi
Non può saper qual sia
Dell’amar la dolcezza altra e gradita
Ma di fiamma infinita
che avvezzo è a risentir faville ardenti
Vede quanto possenti
Son due ciglia anche crude [anche] severe.
Per me si fan piacere
Quei trionfi rigori
Onde ogn’alma che adori
Lagnasi sol, son cari anco i disprezzi
Perché a rendermi amante
Hanno eguale virtù gli sdegni ei vezzi.
Troppo care mie pene mi siete
Se sapete
Al mio bene pur anco esser grate.
Voi perdete ogni vostro rigore
E con nuovo portento d’amore
Dolcemente quest’alma beate.
Paese
Lingua
Segnatura
collocazione 15166.20
Scheda a cura di Eleonora Pillonca