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Legami a persone
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Redazione
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Titolo uniforme
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Descrizione analitica
Abbandonato e solo
Oh quante volte
Vagabondo fiumicello
Trascrizione del testo poetico
Mitilde alma mia, se udiste mai
Qual fiero aspro tormento
Soffre Niso infelice
Da quel fatal momento
In cui lungi dal Tebro il piè volgesti
Forse pietade avresti
Dell’infelice Niso
Ah che privo del bene
Traggo le notti, ei giorni
Fra lagrime e sospir
Tra affanni e pene
E se talora alla campagna al bosco
Porto il piè disperato
Rimiro in ogni lato immagini di duolo,
E di tormento arresto il passo
E sento sussurar mesta
L’aura ai miei sospiri
Piangere al pianto mio
Il limpidetto rio
E parmi udir ch’in flebili
Concenti si duole
Ogn’augellino ai miei lamenti.
Abbandonato e solo
sospira l’usignolo
Sfogando le sue pene
e dice Io moro io moro
sospira l’usignolo
Ed io al bosco intorno
richiamo notte
E giorno il mio lontano
Bene Il mio tesoro.
Oh quante volte oh quante
Il mio acceso desio
Per l’usato Sentier guide le piante
Al tuo già caro abbandonato albergo
Ma poi deluso oh dio
Sento ch’e sala il cor più d’un sospiro
Allor che osservo e miro le vedo
Mi paretti e si voltò a quei sassi
Ai venti all’aure esclamò
Chi di voi dirmi saprà
Se flora qualche memoria
Ancora serba di Niso
Gl’accenti son muti i sassi
E sorde l’aure e i venti
Quindi ratto il pensiero a te sen vola
Ch’in te solo ritrova
Lieve ristoro al duol lieve conforto
E in te riposa e vi rimane assorto.
Vagabondo fiumicello
Lascia il mare Dove nacque
Poi ritorna ed in quell’acque
Perde il nome e ferma il piè
Così ancor bell’idol mio
Quasi al mar d’onde part’io
Da te parte e a te ritorna
Il mio amore e la mia fè.
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Segnatura
collocazione 34.5.4 (= Cantate 255).34
Scheda a cura di Antonio Caroccia