Tipo record
Tipo documento
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Titolo
Presentazione
Legami a persone
Fa parte di
Redazione
Descrizione fisica
Filigrana
Titolo uniforme
Organico
Descrizione analitica
Come fuor dell’usato algente è il verno
Senza speme di farsi più adorna
Ah che m’avveggio adesso
Torneran col suo ritorno
Trascrizione del testo poetico
Come fuor dell’usato algente è il verno
Qual’insolito orrore
Qual caligine densa il giorno oscura.
Questa è ben la stagion in cui natura
si rissente e s’attrista,
ma tal non s’è più vista
da tenebre incessanti irsene oppressa.
Insino il lauro, insin la quercia istessa
Quali rispetta il fulmine sonante
Hora con l’altre piante
Sfrondano l’alto crin sempre mai verde
Il gel che le disperde
Mai più vorace fu mai più ostinato
Cui non tepido fiato
Né sembra che di Sirio anche l’ardore
Temprar mai possa il micidial rigore.
Senza speme di farsi più adorna
Ogni pianta si sfronda e si lagna.
Fatto sasso il ruscel tra la sponda
Più non corre più l’erbe non bagna.
Ah che m’avveggio adesso
Qual di tante miserie
Onde son gl’elementi oppressi vinti
È la causa funesta
Partita è Filli e la cagione è questa
Per lei tra queste selve
Stagion’intemperata unqua non s’ebbe
Co’ respiri del labro
Dell’estivo Leon temprò gl’ardori,
E guardate da lei nodrirsi l’erbe
E non languiro i fiori.
Al foco dei bei rai
Verno troppo importuno
Ressister non osò sicché fu sempre
Una sola stagion con moto alterno
Estate, Primavera, Autunno e Verno.
Hor ch’ella di qui manca
Della bella union rotta è la fede,
Ogni stagione eccede,
Né tornerà quel sì felice stato
se non ritorna ancora
Quella ch’ogn’un per loro diva adora.
Torneran col suo ritorno
L’erbe al prato e l’acqua al Rio
E con lor godrà il cor mio
Quel seren che già sparì.
Tutto in me sente dolore
Alma, spirto, sangue core
Poiché lei che tutto adorna
Dal mio guardo si partì.
Paese
Lingua
Segnatura
collocazione 26179.2
Scheda a cura di Tiziano Rosato