Scheda n. 8640

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, tra il 1710 e il 1740

Titolo

Del Sig.r Alessandro / Scarlatti

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Scarlatti, Alessandro (1660-1725)

Fa parte di

Redazione

[S.l. : copia, 18° sec.]

Descrizione fisica

CC. 19r-26r

Filigrana

Non rilevata

Note

Il tit. si ricava dall’intitolazione a c. 19r. A c. 26r timbro d’appartenenza piccolo con le cifre 000680. Si nota il timbro R.COLLEGIO DI MUSICA ad inchiostro nero su tutti i recto delle carte.

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Hanley 1963: pp. 418-419, N. 599

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, c)
S, Quanti affanni ad un core
%C-1$bB@c ''4D'G''4bE8EE/CC-'A''CDbED/
1.2: Ad.[agi]o(arioso, 3/4)
S, La pena che mi uccide è lontanaza
2.1: Ad.[agi]o(aria, c)
S, Stando lungi dal bene che brama
3.1: (recitativo, c)
S, Intorno a queste sponde
4.1: Ad.[agi]o(aria, 12/8)
S, Se a me non vieni

Trascrizione del testo poetico

Quanti affanni ad un core
Può far soffrire amore, io già soffersi.
Ma già mai non aspetti
Con sì gravi tormenti
Di lagrimoso humor gl’occhi dolenti.
Udite, qual martire
Crudo a farmi morire in me s’avanza:
La pena che mi uccide è lontananza.

Stando lungi dal bene che brama
Chi ben ama, no viver non può.
E s’io vivo, è rigor della sorte,
Ch’in braccio alla morte
Vivendo men vò.

Intorno a queste sponde
Spesso ratto in amore il piede io movo
Cercando Clori e Clori mia non trovo.
La chiamo e non risponde.
Ma son pur folle e come
Da me chiamarti a nome
Può sentir l’idol mio,
Se non è Clori mia, dove son io[?]
Deh per pietade, Amore,
Vola al mio bene e dì,
che Tirsi a Clori sua parla così.

Se a me non vieni,
Se a te non torno,
E qual conforto
Il core havrà
Convien ch’io peni,
E per te un giorno,
Che Tirsi è morto,
Si sentirà.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-PLcon - Palermo - Biblioteca del Conservatorio di Musica "Vincenzo Bellini"
fondo Pisani
collocazione Arm. I Pis. 6.4

Scheda a cura di Sebastiano D’Ippolito Tamburo
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