Scheda n. 6624

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Testo per musica a stampa

Data

Data certa, 1674

Titolo

Si allude alla Frezza cognome di bella donna

Presentazione

Legami a persone

autore del testo per musica: Monesio, Pietro Giovanni (?-1684)

Pubblicazione

Copia

Descrizione fisica

Parte prima, p. 100-101

Filigrana

Non rilevata

Note

Non è comprovato da elementi del testo se ci si riferisce ad una esponente della famiglia Frezza, nobili della città di Ravello.

Titolo uniforme

In qual fucina ardente. Forma non specificata, Si allude alla Frezza cognome di bella donna

Trascrizione del testo poetico

In qual fucina ardente
Temprasti amor quell’adorata Frezza,
Con cui vaga bellezza
Sagittaria vezzosa
Impresse nel mio sen piaga amorosa?
Nell’antro affumicato
De’ Ciclopi sudanti
Il zoppo Nume al nudo arciero alato
Di simil tempra eletta
Giammai non fabricò Frezza sì vaga,
Che nel ferir diletta,
E altrui costringe a idolatrar la piaga.
L’adirato tonante
All’or, che fulminò l’ardite fronti
De’ superbi Titani,
D’accumulati monti
Architetti insolenti e fabri insani,
Di men lucida Frezza
Armò la destra a saettare avvezza.
La faretra gemmata
D’egizio duce, o d’arabo monarca,
Di Frezza sì pregiata,
Com’è quella, ch’am’io, non fu mai carca;
Né Amazone guerriera
Al’arco sposò mai Frezza sì altera.

Ma so ben dove formò
Crudo amor Frezza sì bella,
Con cui l’anime flagella,
E’l mio petto ancor piagò;
A le splendide faville
Di bellissime pupille
Le sue tempie raffinò;
E se in luci sì serene
Febo ognior risplender suole,
Di tal Frezza è fabro il sole;
Onde a me sempre conviene,
Sospirando di dolcezza,
Amar la piaga e adorar la Frezza.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Rv - Roma - Biblioteca Vallicelliana
collocazione ARCA VII 24.39

Scheda a cura di Nadia Amendola
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