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Watermark
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Uniform title
Poetical text transcription
In qual fucina ardente
Temprasti amor quell’adorata Frezza,
Con cui vaga bellezza
Sagittaria vezzosa
Impresse nel mio sen piaga amorosa?
Nell’antro affumicato
De’ Ciclopi sudanti
Il zoppo Nume al nudo arciero alato
Di simil tempra eletta
Giammai non fabricò Frezza sì vaga,
Che nel ferir diletta,
E altrui costringe a idolatrar la piaga.
L’adirato tonante
All’or, che fulminò l’ardite fronti
De’ superbi Titani,
D’accumulati monti
Architetti insolenti e fabri insani,
Di men lucida Frezza
Armò la destra a saettare avvezza.
La faretra gemmata
D’egizio duce, o d’arabo monarca,
Di Frezza sì pregiata,
Com’è quella, ch’am’io, non fu mai carca;
Né Amazone guerriera
Al’arco sposò mai Frezza sì altera.
Ma so ben dove formò
Crudo amor Frezza sì bella,
Con cui l’anime flagella,
E’l mio petto ancor piagò;
A le splendide faville
Di bellissime pupille
Le sue tempie raffinò;
E se in luci sì serene
Febo ognior risplender suole,
Di tal Frezza è fabro il sole;
Onde a me sempre conviene,
Sospirando di dolcezza,
Amar la piaga e adorar la Frezza.
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shelfmark ARCA VII 24.39
Record by Nadia Amendola