Scheda n. 6612

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Testo per musica a stampa

Data

Data certa, 1674

Titolo

Rimprovero a bella donna infedele

Presentazione

Legami a persone

autore del testo per musica: Monesio, Pietro Giovanni (?-1684)

Pubblicazione

Copia

Descrizione fisica

Parte prima, p. 78-80

Filigrana

Non rilevata

Note

Il testo poetico è messo in musica in una cantata attribuita a Carlo Caproli (vedi Bibliografia).

Titolo uniforme

Ferma il piè, taci e ascolta. Forma non specificata, Rimprovero a bella donna infedele

Repertori bibliografici

Affortunato 2011: p. 318, n. 42

Bibliografia

Trascrizione del testo poetico

Ferma il piè, taci e ascolta
Perfida ingannatrice
Ciò che un’alma tradita ora a te dice;
Senti, crudel, deh senti
I rimproveri tuoi ne’ miei lamenti.

Adorator di tue bellezze rare
Al sol degl’occhi tuoi più voti offersi,
E più sospir dispersi,
Che sovra egizio altare
Giammai porger non suole
Il popolo del Nilo incensi al sole;
E idolatra fedel de’ tuoi bei rai,
L’anima ti donai,
Ti diedi il core, e consagrai la fè;
E poi tradirmi eh?
Non ti sovviene, infida,
Quand’io per darti saggio
Del mio fido servaggio,
Mentre Sirio infocato in cielo ardea,
Nel più acceso meriggio a te correa?
Non ti rammenti, ingrata,
Quando con fier sembiante
Movea guerra a le nubi il ciel tonante,
Ch’io per veder’un lampo
Degli occhi tuoi lucenti,
Trascurando lo scampo
Dai fulmini cadenti,
Più d’un fulmin correvo a te volante?
Di quante volte e quante
Nel più tacito orror di notte oscura,
Mentre ogn’altro dormiva, io vigilante
A l’amate tue mura
Solo per dirti, addio, rivolsi il piè?
E poi tradirmi eh?
Dillo, dillo spergiura
Quante volte giurasti
Di ristorar la mia cocente arsura,
E poscia m’ingannasti?
E all’or quando mirasti
Tra torbide procelle
Di lagrimosi fiumi
Naufragate i miei lumi,
Tu giurando a le stelle
Promettevi al mio cor grata mercè.
E poi tradirmi eh?
Non vedi, empia, non vedi,
Che con accesi e infocati accenti
Parlano sul tuo volto i tradimenti?
Ma ben puote un rimprovero verace
Con color fiammeggiante
Pingere i falli tuoi nel tuo sembiante
Che nel tuo cor fallace,
Dove alberga la frode, e ‘l tradimento,
Mai non potrà scolpire un pentimento;
Donna, che avvezza fu sempre a tradire,
Arrossir si potrà, ma non pentire.

Chi dà fede a donna mendace,
Che non serba fermezza alcuna,
Crede immoto il corso fugace
De la rota de la fortuna.

Quando al mondo la Donna nasce,
Se lampeggia in lei la beltà,
Pria la cinge l’infedeltà,
E la stringono poi le fasce;
Onde all’ora per non mirare
Le sue luci di fede avare,
Che il tradire han sol per usanza,
Sempre lungi da lei va la costanza.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Rv - Roma - Biblioteca Vallicelliana
collocazione ARCA VII 24.29

Scheda a cura di Nadia Amendola
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