Tipo record
Tipo documento
Data
Titolo
Presentazione
Legami a persone
Redazione
Descrizione fisica
Filigrana
Note
Copertine e dorso in similpelle marrone. La prima e la quarta copertina presentano tre cornici concentriche a impressione dorata e decorate. Agli angoli delle cornici sono presenti delle decorazioni dorate a fiori. Sul verso del primo risguardo, in basso a destra, una segnatura barrata (B695) che si riferisce alla vecchia segnatura in uso presso la biblioteca di provenienza del manoscritto (Königliche Privat-Musikaliensammlung, Dresda). Sul dorso si legge difficilmente «CANTATA | [DI?] G.ALB | RISTORI» parzialmente coperto da etichetta. La paginazione inizia dal verso del foglio di frontespizio, molto dettagliato e da cui si rileva il titolo completo. In basso al centro del frontespizio il timbro della biblioteca e in basso a sinistra la nuova segnatura in uso (Mus.2455-L-1). Seguono al frontespizio 96 pagine di musica a 10 pentagrammi aperti con numerazione in angolo basso esterno da 2 a 95. Il manoscritto è opera di due copisti diversi, identificati in J.G.Kremmler (da p. 1 a p. 73) e in J.G.Grundig (da p. 74 a p. 95). Le informazioni sui copisti sono rilevate in RISM e in IMSLP.
Titolo uniforme
Organico
Repertori bibliografici
Bibliografia
Descrizione analitica
Musa I, Musa II, Si disarmi quest'altiero arciero
Musa I, Al bel Parnaso in cima
Musa I, Di pugno a Giove il telo
Musa II, Per sì gran benefizio, oh! Di quai doni
Musa II, Bel riposo
Amore, Muse, da quando in qua
Amore, Fa col canto in ogni lato
Musa I, Manca forse alle Muse
Musa I, Musa II, Si disarmi quest'altiero arciero
Amore, Povero Amor! Per nume
Musa II, Qui non han fine i tuoi disastri, Amore
Tempo, Un lieto giorno a voi rimeno, o Muse
Tempo, Giorno fausto, chiarissimo giorno
Musa I, Candido giorno
Musa I, Da chiare e dolci vene
Musa II, Come allora che nato
Musa II, Già del sol la dea gemella
Tempo, Ai canti vostri intento
Amore, Deh, fausto a me sia sì bel giorno
Amore, Per beltà che lampo è breve
Musa II, All'opra, Amore, all'opra
Musa I, Eccoti il dardo in dono
Tutti, Degno Amore d'ogni core
Trascrizione del testo poetico
Musa I, Musa II
Si disarmi, si disarmi
quest’altiero arciero Amore;
Dei temuti
Dardi acuti,
Che portò di Febo a scorno
Vada privo in questo giorno
Per man nostra, o Dea, de’ Carmi.
Musa I
Al bel Parnaso in cima
Dell’armi di costui s’alzi un trofeo,
E vi sia inciso in rima:
In tenzon colle Muse Amor perdeo,
E più verdi e più vive
A vittoria si grande
L’alma Pianta a voi sacra offra Ghirlande.
Musa I
Di pugno a Giove il telo
Sovente Amor strappò,
Qualora il condannò
Servir mortal beltà;
Ma l’insolente nò
Le prove che fe’ in Cielo
Tra noi non vanterà.
Musa II
Per si gran benefizio, oh! Di quai doni
Colmeran l’are nostre a mille mali
Involati i mortali!
Inganni, gelosie, smanie e dispetti
E lungo pentimento
di non lunghi diletti
Furon d’Amore infino ad ora i vanti,
Né udisti a lui turba devota e fida
Celebrarne i trionfi
Senza pianto impiegar, gemiti e strida.
Musa II
Bel riposo
Ritorni in ogn’alma,
Vinto giace
Chi la pace
Godea di turbar.
Così spento
L’orgoglio del vento
Succede la calma e regna sul mar.
Amore
Muse, da quando in qua
Tanto nemiche mie, tanto a me infeste?
Senza me che fareste?
Io di cantar maestro
Dolce v’inspiro un estro;
Né son vostre canzon mai sì gradite,
Che quando in esse i vanti miei ridite.
Amore
Fa col canto in ogni lato
Un amante fortunato
Risonar sua lieta sorte.
E con teneri concenti
Cerca movere a pietà
La beltà che il guida a morte.
Musa I
Manca forse alle Muse
Materia di cantar? Cantin la gloria
Cantin gli eroi, che da benigne stelle
Conceduti alla terra,
Le carte, le memorie
Empion illustri fatti, in pace, in guerra.
Invano Amore, il lusinghier tuo labbro
Le solit’arti ad impiegar qui venne,
Che lasciarti convien l’arco e le penne.
Musa I, Musa II
Si disarmi, si disarmi
quest’altiero arciero Amore;
Dei temuti
Dardi acuti,
Che portò di Febo a scorno
Vada privo in questo giorno
Per man nostra, o Dea, de’ Carmi.
Amore
Povero Amor! Per nume,
Chi più sarà chi mi ravvisi e onori
Di vittime ed incensi i templi miei,
S’oggi tutte perdei l’armi fatali,
Formidabili un tempo,
Non ch’agli uomini soli, agl’immortali?
Inerme, appena vivo
Di stuolo femminil ludibrio e scherno
In quale incognit’angolo del mondo
Dalla vergogna mia lasso m’ascondo?
Musa II
Qui non han fine i tuoi disastri Amore:
Veggo, armato di falce ed odio antico
Drizzar il Tempo a questa parte il volo,
Il tempo di tua possa ognor nemico.
Tempo
Un lieto giorno a voi rimeno, o Muse,
In cui di novi allori
Coronate le chiome
Porghiate onor di Gran Regina al Nome:
Dell’eccelsa Maria
Di Sarmazia e Germania amore e fregio,
Il di cui minor vanto
Son gli augusti natali e il grado Regio.
Tempo
Giorno fausto, chiarissimo giorno
O muse immortali
Del tempo su l’ali
A voi fa ritorno.
Ne la luce, onde tutto s’accende
Vien da Febo, che in cielo risplende;
Ma nome sì grande
La spande d’intorno.
Musa I
Candido giorno, o quanto
Giungi caro alle muse! E a gara o come
Del Parnaso le cime
Eco faran di tanta donna al nome!
De’ nostri ella è vaghezza; e degna
Tra i maschi sensi onde ricolmo ha il petto
Innocente ritirar da noi diletto.
Musa I
Da chiare e dolci vene
A fronte d’Ippocrene
Sgorghi fonte immortal d’ambrosia e latte,
E dorma su la sponda
Al nuovo suon dell’onta
Il tempo distruttor, che i nomi abbatte.
Musa II
Come allora che nato
Lieto verdeggia aprile
Ornamento è del prato,
Di fior pompa gentile,
Così mille virtù di fiori in guisa
Il suo natal quel alma ornaro e dura
Primavera sì bella
Mentre autunno fecondo
Novi l’augusto fianco,
Frutti produce ad arricchire il mondo.
Musa II
Già del sol la dea gemella
La novella
Regia prole attende in sen;
E prepara a quel momento
Cento e cento
Liete faci il ciel seren.
Tempo
Ai canti vostri intento,
Vergini dee, quasi sospesi il volo.
Dell’alta donna il nome
Qui abbandono alla fama,
Virtù l’illustri e lo rispettin gli anni;
Io dell’usato corso
Le vie ripiglio e compensando i lenti
Trascurati momenti,
Più fendo il cielo e più dibatto i vanni.
Amore
Deh, fausto a me sia sì bel giorno e cessi
Tant’ira, o dee, ne’ petti vostri accesa
Con lodevole impresa
Emenderò ciò che d’error commessi.
Un de’ suoi dardi d’oro
Virtù mi presti e sia quel dardo istesso,
che già ferì del grand Augusto il seno
E per mano d’Amore
Dell’eroina il nome
Oggi inciso rimanga in ogni core.
Amore
Per beltà che lampo è breve
Fiamma lieve in cor s’accende;
Ma immortale Amor risplende,
Di virtù se nacque al raggio.
Ditel voi, alme ben nate,
Che di gloria innamorate
Solo a lei porgete omaggio.
Musa II
All’opra, Amore, all’opra;
Lode sperar tu dei, non che perdono.
Musa I
Eccoti il dardo in dono; il bel pensiero
Ad eseguir l’adopra,
Cieco non più e non più molle arciero.
Coro
Degno Amore
D’ogni core
Sia colei ch’oggi s’onora
E qualor farà ritorno
Così chiaro e lieto giorno,
Voti e canti incontri ognora.
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Lingua
Segnatura
collocazione Mus.2455-L-1
Scheda a cura di Giuseppe Migliore