Tipo record
Tipo documento
Data
Titolo
Presentazione
Legami a persone
Fa parte di
Redazione
Descrizione fisica
Filigrana
Note
Nome dell’Aut dall’edizione de La Cetra d’Apollo di Carlo Grossi stampata a Venezia nel 1673. Nel ms. la cantata è erroneamente numerata 3, figurando così, a c. 2r, come cantata 2 Temerario garzon laddove nel v. della carta precenente figurava il richiamo alla continuazione con il cambiamento di tempo da 3 a C.
Titolo uniforme
Organico
Descrizione analitica
S, Chi racchiude nel petto scintilla
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S, Vidi celeste oggetto
S, Quante volte m'accingo
S, La bella co' suoi vezzi
S, Fabbro di rie sventure
S, Ardi pur dunque e taci
Trascrizione del testo poetico
Chi racchiude nel petto
Scintilla di pietade
Chi non è disumano
Chi ha cor da compatire
Oda l’aspra cagion del mio languire.
Vidi celeste oggetto
Ma non oso scoprire
S’era ninfa o pur dea
O martir infiniti
Già ch’amor e timor van sempre uniti.
Quante volte m’accingo
Per snodar la favella
Tante volte il mio core
Prova di pene un mare
Celando al mio bel sol di non amare.
La bella co suoi vezzi
Mi costringe ad amare
Timor mi fa fuggire
Ma poi da lei partito
Tosto mi pento d’essermi pentito.
Fabro di rie sventure
Segretario mio core
Sempre n’andrai penando
E fia dolor maggiore
Il non ardire ch’il cocente ardore.
Ardi pur dunque e taci,
E invece dele voci
De le gioie e de baci
Sien sospiri e dolori,
E in faccia a sì bel sol prova i rossori.
Paese
Lingua
Segnatura
collocazione Mus.G.306.2
Scheda a cura di Licia Sirch