Scheda n. 6050

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1673-1690

Titolo

Hor che nemica al sol l’ombrosa dea / [Carlo Grossi]

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Grossi, Carlo (1634-1688)

Fa parte di

(n. 3312/3)

Redazione

Copia

Descrizione fisica

C. 18-24v

Filigrana

Non rilevata

Note

Nome dell’Aut. nell-edizione de La Cetra d’Apollo di Carlo Grossi, Venezia, 1673. V. Clori record n. 731

Titolo uniforme

Or che nemica al sol l'ombrosa dea. Serenata, Op.6. S.5.3

Organico

Soprano e continuo

Bibliografia

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, do maggiore, c)
S, Hor che nemica al sol l'ombrosa dea
%C-1@c ''1-/''1-/''2-''2C/''4-''8C''8C''4C''8C''8C/''2C
2.1: (aria, do maggiore, 3/2)
S, Nume caro ma spietato
3.1: (arioso, c)
S, Apri pur le pupille
4.1: (aria, mi minore, 6/8)
S, Deh sorgi sì sì
5.1: Allegro(recitativo-arioso, c, 3)
S, Su mia diva a che tardi
6.1: Allegro(aria cavata, sol maggiore, 3)
S, Che non gode in amor
7.1: (recitativo, c)
S, Ma Linco l'infelice
8.1: (aria cavata, do maggiore, c)
S, Ah che stolto son io
9.1: (arioso, do maggiore, c)
S, Onde con mesto e doloroso

Trascrizione del testo poetico

Hor che nemica al sol l’ombrosa dea
Di pace amica e di silenzio cinta
D’un tenebroso vel tutta è dipinta,
Tu re de sogni o neghittoso dio
Mentre ch’el mio bel nume
Sopra tenere piume
Ogni cura mortal pone in oblio
Per placare quel bel che mi ferì
Fatto nunzio d’amor digli così:

“ Nume caro ma spietato
Vago sì ma troppo ingrato
Apri pur le luci belle
E rimira chi sospira
Per ragion di tua fierezza
Sorgi homai e tua bellezza
Non tener tra l’ozio avvinta
Che già mai vedersi suole
Riposar ozioso il sole.

Apri pur le pupille
E all’infelice amante
Deh mostra il tuo sembrante
Che appariscon più belle
Fra gl’orrori del ciel sempre le stelle.

Deh sorgi sì sì
Non vale beltà
Che ascosa sen stà.
Son solo le fiere
Ritrose ed altiere,
Con l’esser pietose
Più vaghe e vezzose
Voi siete così.

Su mia diva a che tardi
Deh lascia homai sì rigorose forme
Che non gode in amor chi sempre dorme”.

Ma Linco l’infelice
Che le pene gettar vedeva al vento
Sfogando i suoi tormenti
Proruppe in tali accenti:

“ Ah che stolto son io
Se spero di veder l’idolo mio
Che veder mai si suole
Splender in ciel di mezzanotte il sole.
Onde con mesto e doloroso oh dio!
Ti lascio cor mio".

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-MOe - Modena - Biblioteca Estense e Universitaria
collocazione Mus.F.1533.3

Scheda a cura di Licia Sirch
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