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Tipo documento
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Legami a persone
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Redazione
Descrizione fisica
Filigrana
Note
Scena e aria da Demofoonte (II,11), Napoli, Real Teatro di S. Carlo, 1770; secondo il libretto della rappresentazione, quest’aria fu cantata da Marianna Bianchi-Tozzi (Dircea) e Giuseppe Aprile (Timante); il manoscritto apparteneva alla collezione di Giuseppe Sigismondo, acquisita dalla biblioteca alla sua morte.
Titolo uniforme
Organico
Repertori bibliografici
Bibliografia
Descrizione analitica
Sposa. Consorte. E tu per me ti perdi?
La destra ti chiedo
Trascrizione del testo poetico
[Dircea]
Sposa. [Timante] Consorte. [Dircea] E tu per me ti perdi?
[Timante]
E tu mori per me [Dircea] Chi avrà chiù cura
Del nostro Olinto? [Timante] Ah qual momento! [Dircea] Ah quale...
Ma che vogliamo Prence,
Così vilmente indebbolirci eh sia
Di noi degno il dolore. Un colpo solo
Questo nodo crudel divida e franga:
Separiamci da forti e non si pianga.
[Timante]
Sì, generosa, approvo
L’intrepido pensier, più non si sparga
Un sospiro fra noi. [Dircea] Disposta io sono.
[Timante]
Risoluto son’io.
[Dircea]
Coraggio. [Timante] Addio Dircea. [Dircea] Principe Addio.
[Timante]
Sposa. [Dircea] Timante. [a 2] Oh Dei! [Dircea] Perché non parti?
[Timante]
Perché torni a mirarmi? [Dircea] Io volli solo
Veder come resisti a’ tuoi martiri.
[Timante]
Ma tu piangi frattanto. [Dircea] E tu sospiri.
[Timante]
Oh Dio! Quanto è diverso
L’immaginar dall’eseguire. [Dircea] Oh quanto
Più forte mi credei. S’asconda almeno
Questa mia debolezza agli occhi tuoi.
[Timante]
Ah fermati ben mio, senti. [Dircea] Che vuoi?
[Timante]
La destra ti chiedo
Mio dolce sostegno
Per ultimo pegno
D’amore e di fè.
[Dircea]
Ah questo fu il segno
Del nostro contento
Ma sento che adesso
L’istesso non è.
[Timante]
Mia vita, ben mio.
[Dircea]
Addio sposo amato.
[a 2]
Che barbaro addio!
Che fato crudel!
Che attendono i rei
Dagli astri funesti,
Se i premi son questi
D’un alma fedel?
Risorse online
Paese
Lingua
Segnatura
collocazione 33.2.26.4
Scheda a cura di Giulia Giovani