Scheda n. 4801

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, tra il 1640 e il 1660

Titolo

Oh quanto si dolea | Del sig.r Stradelli

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Melani, Atto (1626-1714)
autore del testo per musica: Baldini, Sebastiano (1615-1685)

Fa parte di

Composizioni vocali (n. 4780/24)

Pubblicazione

Copia

Descrizione fisica

Cc. 78r-91v

Filigrana

Non rilevata

Note

L’attribuzione a Stradella che si rileva dalla fonte non sembra attendibile. Per l’attribuzione della musica ad Atto Melani e del testo a Sebastiano Baldini cfr. Bibliografia

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Bibliografia

Freitas 2009: pp. 234-238 e passim
Morelli 2000: n. 358, pp. 94-95

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, c)
S, Oh, quanto si dolea
@c %G-2$bB@c '2A8xCCCD/4.D8EEEEF/
2.1: (aria, re minore, 3/2)
S, Lascia pur le piaghe intatte
3.1: (recitativo, c)
S, Fiano pur tuoi rigori
4.1: (aria, sol minore, c)
S, Il pensier dispiega il volo
5.1: (recitativo-arioso, c)
S, Io so che ben tu puoi
6.1: (arioso, re minore, c)
S, Se col tempo insuperabile
6.2: (aria, re minore, c)
S, Lo spirto uscir vedrai ma non la fede

Trascrizione del testo poetico

Oh, quanto si dolea
Dell’infida fortuna
Chi lungi dal bel Tebro ardea amante.
Giurò che non potea
Fargli perder giammai distanza alcuna
Il titolo di fio e di costante.
Quindi ver lontananza
Che le piaghe d’amor sanar gli volse
Dispettoso così la lingua sciolse:

Lascia pur le piaghe intatte
Per cui l’anima vien meno
Chi l’aperse nel mio seno
Insanabili l’ha fatte.
È vano il tuo rimedio il tuo conforto
La feretrice mia nel core io porto.
Se di Lete il cieco oblio
Vuoi destar contro di me
Se d’amor la pura fe’
Vuoi scacciar dal petto mio
Del mio sen la costanza ah, non intendi,
sin l’acque dell’oblio cangia in incendi.
E sa le forze tue schernire amore
Ché quando parte il piè non parte il core.

Fiano pur tuoi rigori
Scioglier un rio e dirimare un fonte
Stender un lago e dilatare un fiume
Provvedi pur, provvedi
Alpestri vie d’inaccessibil monte
Ove arrivar né san d’angel le piume
Spandi l’orride spume
D’un mar più tempestoso e più severo
Puoi trattenermi il piè non il pensiero.

Il pensier dispiega il volo
E trapassa rivi e fonti
Laghi fiumi, mari e monti
Ogni clima ed ogni Polo
Presso a lui tardo il lampo
Tardo è il vento
Basta raggiunger Filli un sol momento.

Io so che ben tu puoi
Con l’ostacoli tuoi
In lontani ricetti
I corpi separar ma non gli affetti
Non fia che ceda alle tue forze amore
Che quando parte il piè non parte il core.

Se col tempo insuperabile
Pensi vederti invincibile
Quanto più ti fai terribile
Tanto men sei formidabile
Il tempo invano me cangia vicende
Con l’ali sue le mie faville accende
Non avrà l’istessa morte questa sorte
Quando il punto sarà giunto
Ch’io dovrò cedere al fato
Dal mio petto innamorato
Che tal bellezza idolatrar si vede
Lo spirto uscir vedrai ma non la fede.
E dirai se ver me volgi le piante
È morto è ver, ma benché morto è amante

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Nc - Napoli - Biblioteca del Conservatorio Statale di Musica "San Pietro a Majella"
collocazione 33.4.20-A.24

Scheda a cura di Chiara Pelliccia
Ultima modifica: