Scheda n. 4688

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1660-1700

Titolo

Squarciato appena havea / Provenzale

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Provenzale, Francesco (1627-1704)

Fa parte di

Pubblicazione

Copia

Descrizione fisica

P. 25-56

Filigrana

Non rilevata

Note

Il nome "Provenzale" è aggiunta da altra e più recente mano. Si tratta del lamento della regina di Svezia per la morte del marito Gustavo.

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Bibliografia

Fabris 2007b: pp. 197-200
Gialdroni 1987: pp. 133-135

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, do maggiore, c)
Squarciato appena havea
2.1: (aria, la minore, c)
La bella Margherita
3.1: (recitativo, c)
Ammesso in un istante
4.1: (aria, la maggiore, 3)
Fra' Iacopino
5.1: (recitativo, c)
Udite appena l'infelici nuove
6.1: (aria, mi minore, 3)
Amici miei fa la lera
7.1: (recitativo, c)
Da cordoglio infinito
8.1: (aria, la maggiore, c)
Chi t'ha fatto queste scarpette
9.1: (recitativo, c)
Mentre tacquero tutte
10.1: (aria, sol maggiore, 3/4)
Gallo di mona
11.1: (recitativo, c)
Poscia pensier cangiando
12.1: (aria, c)
Caccia su e ghigna
13.1: (recitativo, c)
Così la bella delirando va
14.1: (aria, re minore, c)
E' morto Saione

Trascrizione del testo poetico

Squarciato appena havea con strali d’oro
I tenebrosi horrori
La rilucente aurora
Per rendere i mortali
Col nuovo sole il desiato giorno
Quando anhelante e mesto
Ecco che giunto un messagier dolente
Alla regia s’invia
Della sveva regina
E con flebili voci
Ferendo l’aura e i venti
Formò simili accenti:

La bella Margherita
L’è bianca quanto un fior.

Ammesso in un istante
Il mesto ambasciator entro la reggia
Riverente s’inchina
A piè della regina
E con voce dolente
Così rivolto a quella
L’infelice favella:

Fra Iacopino
A Roma se n’andava
Bordon in spalla
E in collo una schiavina.

Udite appena l’infelici nuove
Dunque misera, disse
Il mio Gustavo è morto
Dunque il gran re de’ Goti
Esangue cadde e invendicato al suolo
E non m’uccide il duolo.
Poscia dal dolor vinta
Fatta pallida e smorta
Con voce flebile e soave
Da mover a pietà un cor crudele
Cossì seguì l’amare sue querele:

Amici miei
Fa la lera
Son maritata
Cotognella
Già mesi sei
Ho trov’un paduan
Fatt’a mio modo
L’è tanto buon
Baran biri bo
Viva pur sto mario.

Da cordoglio infinito all’hor percossa
La vedovella afflitta
Invocando Gustavo
L’amato suo consorte
Cadde vinta dal duolo in grembo a morte
Qui s’accrebber le strida
dell’afflitte donzelle
ch’al ciel sen givan a impietosir le stelle.
Una però più saggia
E tra dolor più cara
All’egra moribonda
Si volge a consolarla
E in tali accenti parla:

Chi t’ha fatto queste scarpette
Che ti stan sì ben Girometta
Me l’ha fatte lo mio amore
Che mi vol gran ben Girometta.

Mentre tacquero tutte
Ad ascoltar la parlatrice intente
Proruppe in un sospiro
Quella bella languente
E volta al suo Gustavocol pensier
Quasi nuova baccante
Grida con tai parole in un istante.

Gallo di mona fiera non sei già tu
Ch’a pena sceso sei vuoi montar su.

Poscia pensier cangiando
Perché torni in se stessa
E quasi accolga in seno
Chi a morte la ferì
S’ode parlar cossì:

Caccia su e ghigna
E non ti dubitar
Grugna e ringrugna
Con chi vuol ingrugnar
ch’io per me tanto
non me ne curo già
Pure ch’io ghigni
Con quella che mi vò
Col mio fratellino
Che pare un Paladino
Voglio andar ghignando
Per queto contorno
A tutte l’hore
Di notte e di giorno.

Cossì la bella delirando va
Sì che dal duolo uccisa
Sol col cader desta in altrui pietà
Onde morta et esangue
De sveti la regina
Mille donzelle accompagna col pianto
S’odono in mesto suono
E all’infelice ogn’una cossì dice:

È morto Saione
Voi grandi e piccini
Cantate vicini
Un falso bordone
È morto Saione.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Nc - Napoli - Biblioteca del Conservatorio Statale di Musica "San Pietro a Majella"
collocazione 33.4.12(b).2

Scheda a cura di Tiziana Affortunato
Ultima modifica: