Scheda n. 4687

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1660-1700

Titolo

Gionto il fatal dì / Provenzale

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Provenzale, Francesco (1627-1704)

Fa parte di

Pubblicazione

Copia

Descrizione fisica

P. 2-23

Filigrana

Non rilevata

Titolo uniforme

Organico

Mezzosoprano e continuo

Repertori bibliografici

Bibliografia

Fabris 2007b: pp. 195-196
Gialdroni 1987: pp. 131-132

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, sol minore, c)
Gionto il fatal dì
2.1: Piano(aria, sol minore, c-3/2)
Fidi amanti chi vivrà
2.2: (aria, sol minore, c)
Donne mie vi posso dir
3.1: (recitativo, c)
Barbaro fato e come
4.1: (recitativo, c)
Mentre la bella sì dolea cossì

Trascrizione del testo poetico

Gionto il fatal dì
Che Clorindo vezzoso
Da Lilla si partì
La sconsolata amante
Di sirena alle sponde
Pensierosa restò tutta cordoglio
Parea statua di marmo
Assisa a un scoglio
Il diluvio di perle
Che dagli occhi versò
Diede indizio bastante
Che ben era costei
Animata dal duol marmo spirante
Con un languido ahimè
L’occhio piangente aprì
E al suon de sospir suoi cantò cossì:

Aria
Fidi amanti chi vorrà
Poi saper che cosa è pena
L’alma mia ve lo dirà.
Prova la mia costanza
Che l’inferno d’amor è lontananza.
passacaglia
2.a strofa
Donne mie vi posso dir
Chi non ha lungi il suo bene
Dir non può che sia martir.
Prova la mia costanza
Che l’inferno d’amor è lontananza.

Barbaro fato e come
La mia vita mi togli
Et io respiro ancora
Senza la vita mia giusto ch’io mora
Che più non viva giorni tanto rei
Uccidetemi voi tormenti miei
Senza Clorindo oh Dio
Sol un’ombra di vita e l viver mio
Con speme agonizzante
Son nel regno d’amor larva vagante
E di contento priva
Chiamar io mi potrei
La morta viva
Che ritrovino fine
Mie penose ruine
Già ch’ai sospiri trovo
Sorda la morte e dispietati i Dei
Uccidetemi voi tormenti miei.
Ma che dico inaccorta
Vò mendicando morte
E posso ritrovar per mia ventura
Dentro quest’acque e morte e sepoltura
Ma se finir mia vita
Tra l’onde destinasse un fato rio
Morta sarei nel mar del pianto mio
Che concludo che fo
Che riposi un dì come vorrei
Uccidetemi voi tormenti miei.

Mentre la bella sì dolea cossì
Oppressa dal dolor tacque svenì
Puplicatrice del suo duolo intanto
Tacque la voce e più parlò col pianto.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Nc - Napoli - Biblioteca del Conservatorio Statale di Musica "San Pietro a Majella"
collocazione 33.4.12(b).1

Scheda a cura di Tiziana Affortunato
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