Scheda n. 2089

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica a stampa

Data

Data certa, 1690

Titolo

In su la riva erbosa

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Antonii, Pietro degli (1639-1720)
dedicatario: Gonzaga, Ferdinando Carlo (1652-1708; duca di Mantova)
dedicante: Antonii, Pietro degli (1639-1720)
editore: Monti, Pier Maria (1689–1709)
librario: Silvani, Marino

Pubblicazione

Bologna : Pier Maria Monti, 1690

Descrizione fisica

P. 32-53

Filigrana

Non rilevata

Titolo uniforme

In su la riva erbosa. Cantata, La gara del canto

Organico

Soprano e continuo

Bibliografia

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, c)
In su la riva erbosa
2.1: Largo(aria, do maggiore, c)
Venticello che le fronde
3.1: (recitativo, c)
Dicea quando l'udì
4.1: (arioso, re minore, c)
Così poi sciolse i detti suoi canori
5.1: (aria, re minore, 6/8)
Augelletto vezzosetto
6.1: (recitativo, c)
Ma il tenero usignuolo
7.1: Posata(aria, la minore, c)
M'ha ferita il Dio bendato
8.1: (recitativo, c)
All'hora il rosignuolo

Trascrizione del testo poetico

In su la riva erbosa
Del picciol Ren la vezzosetta Clori
Nella stagion de’ fiori
Stava d’un faggio a la bell’ombra assisa
E mentre i zeffiretti innamorati
Del biondo crin disciolto
Il tesoro legger scuoteanle al volto
Al suon de l’onde e al sussurrar de venti
Accompagnò questi canori accenti:

Venticello che le fronde
Movi ognor co’ tuoi respiri
O rincrespi il seno all’onde
Co’ dolcissimi sospiri
Tu consola un mesto core
Tu refrigera l’ardore
De miei fervidi desiri;
Venticello che le fronde
Movi ogn’or co’ tuoi respiri.

Dicea quando l’udì
Un vicino usignuol cantar così
E del musico rostro
Sciogliendo in canti il tremolio gentile
La sirena d’aprile
Il sussurro emulò de’ venticelli
Il suon de l’onda e l’arminia di Clori
Che ver l’emulo alato
Così poi sciolse i detti suoi canori:

Augelletto vezzosetto
Siamo pari nel dolor
Tutto pianto è il nostro canto
In te d’ira in me d’amor;
Augelletto vezzosetto
Siamo pari nel dolor.

Ma il tenero usignuolo
Parea dicesse ardo d’amore anch’io;
Sdegno non più ma amore
È la bella cagion del pianto mio.
Quindi ver lui la bella
Così spiegò la musica favella:

M’ha ferita il Dio bendato
E sol l’ali de’ suoi strali
M’ha lasciate in questo sen
Tu felice amato alato
Volar poi c’ vanni tuoi
Augelletto al caro ben;
M’ha ferita il Dio bendato
E sol l’ali de suoi strali
M’ha lasciate in questo sen.

Allora il rosignuolo
Per volerla emular languì, morio,
E finì la sua vita
In un canoro e tremolante addio;
Indi cadendo estinto
Di quella Ninfa infra le poma intatte
Ebbe tomba amorosa in sen di latte.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Rli - Roma - Biblioteca dell'Accademia Nazionale dei Lincei e Corsiniana
collocazione Musica D3.3

Scheda a cura di Giulia Giovani
Ultima modifica: