Scheda n. 188

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1670-1680

Titolo

Canz: di Bellisario, che fu fatto accecare dall’Imperatore

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Stradella, Alessandro (1639-1682)

Fa parte di

[Cantate e Arie] (n. 115/13)

Redazione

[S.l. : copia, 1670-1680]

Descrizione fisica

C. 73r-83v

Note

Il tit. si ricava dall’intitolazione a c. 73r; per l’attribuzione ad A. Stradella cfr. Gianturco-McCrickard-Stradella, p. 39.

Titolo uniforme

Privo delle sue luci. Cantata, Il Belisario

Organico

Basso e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, c)
B, bc, Privo delle sue luci
2.1: (aria, fa maggiore, c)
B, bc, Questi sono sì i trionfi
3.1: (recitativo-arioso, c)
B, bc, Perfida Teodora
4.1: (aria, la maggiore, 3/2)
Non t'affanna il soffrir
5.1: (recitativo-arioso, c)
B, bc, Qui die' fine al parlare ed alla vita

Trascrizione del testo poetico

Privo delle sue luci
Miser sen giace a terra
Bellisario infelice
E chiedendo mercè sì duole e dice:

Imparate o mortali
A sostener gl’Augusti
A difender gl’Imperi
Alla mia cecità le luci aprite.

Dal precipitio mio
Di bugiarda fortuna l’inconstanze
Imparate a schernire e le speranze
Bellisario son io quel fortunato
Ch’alle stelle innalzato
Precipitai dal mondo
Delle miserie al centro più profondo.

Questi sono i trionfi
I trofei, le glorie, i mausolei
D’un guerrier che sofrì,
Così Cesar le piramidi eresse
A un invitto guerriero
Che con valor sincero
I nemici oppugnò, vinse ed oppresse.

Perfida Teodora
Tesifone infernale
Così convien che mora
Bellisario il campion forte e leale
O Cesare abbagliato
Imperator crudele
Giustiniano ingrato.

Sovengati ch’i Vandali
Gl’Etiopi, i Medi, i Persi
Mercé questo mio brando
Si prostrano a tuoi piedi al tuo comando
Sovvengati o tiranno
Della forte congiura
Di Dionisio e d’Atanasio estinta
Del mio braccio al furore
Del mio ferro al valore
Delle città delle Provincie e Regni
De gl’Imperi acquistati
De miei sudori de miei perigli
A forza più non parlo
Ch’indarno spargo le mie voci al vento
Crucio me stesso e accresco il mio tormento.

Non m’affanna il soffrir
Non mi duole il morir
Che mille volte e mille
Esposi la mia vita
Alla morte al martir.

Più non curo la vita
Vieni pur morte gradita.

Qui diè fine al parlare ed alla vita
L’intrepido campione
Bellisario l’invitto
E con l’istesso core
Col medesmo valore
Ch’ebbe dalla sua sorte
Vinse i nemici e superò la morte.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-URBc - Urbania - Biblioteca Comunale
fondo Ubaldini
collocazione Mss.31/2.13

Scheda a cura di Teresa M. Gialdroni
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