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Redazione
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Titolo uniforme
Organico
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Descrizione analitica
All’hor ch’il ciel giocondo
Ah pensieri fermate
Pensieri e dove gite
Sì sì lasciare amore
Alla guerra alla guerra oh miei pensieri
Sonate su su le trombe a raccolta
Fuggo dalla steccata
Di Posilipo alla sponde
Non andate più avanti
Se son morto come vivo
E se Cupido fosse Augel da gabbia
O misero e che vaneggio
Pria morir che dormir le luci ponno
Trascrizione del testo poetico
All’hor ch’il ciel giocondo
Mostra le sue beltà fra l’ombre e’l mondo
Un’infelice amante
Scorgendo ch’il suo amore
Altro fin non havea che sol dolore
Biastemandolo che lo piango
Co neri pensieri suoi cossì parlò.
Ah pensieri fermate
Non più pensate
Di volare amirare
Del vostro amato ben le luci belle
Ch’hanno i loro precipitij anco le stelle.
Pensieri e dove gite
Tornate indietro ohimè
Presto presto venite
Né d’esser vi vantate
O mie pupille erranti
Mentre mirate un sole Aquile amanti
Ch’al fin direte meco
Sol per troppo mirar fatto son cieco.
Sì sì lasciare amore
Ch’è tormento del core
Emulando pareri tesori
Sol bramate o miei pensieri
Hor sì che l’indovino
Che siete pazzi a fé
Non havete un quadrino
E ricercate gl’ori
Tornate o pensier miei
Tornate dunque agl’amori
ch’amore ohime che dite
Oh via Marte seguite.
Alla guerra alla guerra oh miei pensieri
Presto su che più s’aspetta
Fato mai crudel vendetta
Di quegl’occhi fatti arcieri
Fato mai crudele vendetta
Di quegl’occhi fatti arcieri
Alla guerra alla guerra o miei pensieri
Sonate su su le trombe a raccolta
Pugnar non vo più sonate su su.
Fuggo dalla steccata
S’appena combattei
Che son piagati al rimedio o pensieri
Eh che si fa
Godiam quanto si può la libertà.
Di Posilipo alla sponde
Arrancate su la voga
O marinari non lasciate
Differzar coi remi l’onde
Deh frenate di quest’occhi pianti amari
Che sanno in mare anco formar due mari.
Non andate più avanti
Volgete il legno omai
Ritornatemi al porto
Che bara e fatto se conduce un morto
Se son morto come vivo
Come parlo io ben lo so
Questo dubio io lascerò
A colui che dice :
Io primo son dell’alma per amore
Che si pasce del mio core.
E se Cupido fosse Augel da gabbia
Se li potrebbe dir magior spreposito
Hor questa sì ch’è troppo vetera
Soniamo un poco o pensier miei
La cetera la prima è rotta già
Non val la terza et io la rompo a fé
Tè tè tè tè melampo te
Alla caccia alla caccia andar vogli’io
Ma lo strale non ho che mi ferì
O misero e che vaneggio
È mezza notte e no ho chiusi al sonno
Quest’occhi egri e dolenti
Non più crudi pensieri omai partite
E voi meste pupille omai dormite
Così con un sospir fioco e tremante
Finì dicendo il disperato amante
Pria morir che dormir le luci ponno
Se della morte anco è fratello il sonno.
Paese
Lingua
Segnatura
collocazione Cantate 55 [olim 60.1.48].9
Scheda a cura di Anna Lucrezia Tosiani