Scheda n. 10137

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Testo per musica manoscritto

Data

Data incerta, tra il 1700 e il 1710

Titolo

Cantata pastorale | a 3 voci. | Lidio | Clori pastori sposi, | Corinto pastor vecchio

Presentazione

Legami a persone

autore del testo per musica: Baldovini, Francesco (1634-1716)

Fa parte di

Baldovini Poesie MSS. (n. 10064/73)

Pubblicazione

[S.l. : autografo, 1701-1710]

Descrizione fisica

C. 177r-178r

Filigrana

Non rilevata

Titolo uniforme

Qui dove il crine opaco. Forma non specificata

Bibliografia

Trascrizione del testo poetico

LIDIO: Qui dove il crine opaco
Spiega quercia frondosa
Quasi aspiri a celar dal sole ardente
Quest’erbetta languente,
Il tuo bel fianco Idolo mio riposa;
E il mio core in un punto e questa riva
Col sol di tue pupille ardi e ravviva.
CLORI: Tu pur Lidio adorato
Meco all’ombra t’assidi, e più di questo
Zefiretto adorato
Che l’ali intorno a noi placido scote
Ne consoli e ristori
Il dolce rimembrar de nostri amori.

A DUE:
Crudo affanno, severo martire
Non vi teme quest’alma più no.
In torrenti d’immenso gioire
Nostri pianti Cupido cangiò.
Crudo affanno, severo martire
Non vi teme quest’alma più no.

CLORI: Ma vedi a noi vicino
Il canuto Corinto
Non leggiera cagion forse qui scorge
Il pastore indovino.
LIDIO: Delle nostre allegrezze
O mio tesoro a favellar s’attenda
Né del giunger di lui una si prenda.

CLORI:
Legame soave
LIDIO:
Catena gradita
CLORI:
Mia speme,
LIDIO:
Mia vita
A DUE:
M’allaccia con te.
LIDIO:
Di Lidio
CLORI:
Di Clori
LIDIO:
Le brame,
CLORI:
Gl’affetti
A DUE:
Ha insieme rispetti
Bel nodo di fe’.
Uguale a mia gioia
Qual altra mai fu
CLORI:
Diletti fermate
LIDIO:
Dolcezze non più.

CORINTO
Fidi amanti avventurati,
Cui del Dio che unisce i cori
Vivi ardori
L’alma face in seno accende
Voi non rende
Soli Amore oggi beati.

Sotto quercia più bella
Di quante unqua fregiaro
L’aurea primiera età, sovra il cui stelo
Come in trono si posa
Aquila generosa
Che d’ogn’alta virtù sormonta il cielo
Han di casto Imeneo dal nobil cinto
Caterina e Francesco il petto avvinto.
L’Arbia che eccelsa cuna
Diede ad alme sì chiare
Sposa all’alghe del crin serti di rose,
E con voci festose
La sorte lor ridice
Ogni speco, ogni selva, ogni pendice.

Su dunque esaltisi
Con note amabili
Di gaudio, e giubilo
Sì fausto dì
E il laccio onorisi
Che sì bell’anime
Con fe’ saldissima
Per sempre unì.

A TRE:
Traggi pur su queste Arene
Sotto auspici
Sì felici
Lieta coppia ore serene.
A turbar tua dolce pace
Gelosia furia vorace
Suo velen non mai diffonda;
E feconda
Di tal prole il ciel ti mostri,
Che sia fregio alle palme, e gloria agl’ostri.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Fr - Firenze - Biblioteca Riccardiana
collocazione 2474.73

Scheda a cura di Giulia Giovani e Ivano Bettin
Ultima modifica: