Scheda n. 10106

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Testo per musica manoscritto

Data

Data incerta, tra il 1700 e il 1710

Titolo

Serenata Rustico Civile | fatta a varie Ville di Castello la sera anteced.e | al p.mo giorno di maggio

Presentazione

Legami a persone

autore del testo per musica: Baldovini, Francesco (1634-1716)

Fa parte di

Baldovini Poesie MSS. (n. 10064/42)

Pubblicazione

[S.l. : autografo, 1701-1710]

Descrizione fisica

C. 123v-128v

Filigrana

Non rilevata

Titolo uniforme

Già più dell’usato. Forma non specificata

Bibliografia

Trascrizione del testo poetico

VILLEGGIANTE:
Già più dell’usato
Ridente e lasciva
Dell’ombre la Diva
Dispiega nel Ciel
Di raggio smaltato
Il fosco suo vel.
Più liete e più belle
Lampeggian le stelle
E al dolce susurrar d’aure gioconde
Spiran gioia e piacer l’arene e l’onde.

Di sì rare dolcezze è genitrice
Questa amica stagione
In cui l’orride spoglie
Dell’agghiacciato inverno il suol depone.
Noi dunque amici a queste mura accanto
Nostro gioir mostrando
Sciogliam le labbra al canto.
Che più si tarda? Appunto
Qui poc’anzi prefissi
Mentre nel seno immersi
D’un sonnacchioso oblio stansi i viventi
Alle stelle inviar festosi accenti.
Ma scorgo o pur mi sembra
Se dall’ombre delusi
Non son gli sguardi miei
Mirar Ciapo; è pur desso. Olà. CIAPO: Signore
VILLEGGIANTE: Che fai? CIAPO: Son qui. VILLEGGIANTE: Ti veggo, e qual pensiero
Qui ti condusse? CIAPO: E non mi ci ha condotto
Pensier veruno; i’ ci son pur vienuto
Con le mie gambe. VILLEGGIANTE: Io dico
Come qui ti ritrovi? CIAPO: Eh vo’ bullate;
Quando mi so’ io perso
Ch’i m’abbia a ritrovare? VILLEGGIANTE: O qui bisogna
Usar la sofferenza.
Io ti dimando: CIAPO: Adagio
Padrone a comandare. I’ mi rinbiengo
Ch’e conti son del pari e non avete
A aver da me della saetta. VILLEGGIANTE: Ancora
Intendermi non vuoi. Sapere io bramo
Come in questo contorno
T’incontro in simil notte a far soggiorno.
CIAPO: Oh ch’il Diavol vi porti. Ora v’ho ’nteso
A quel ch’io mi fiuro
S’i non piglio erro per raddurla a fine
Voi vorreste saper quel ch’i fò quine.
VILLEGGIANTE: Giusto. CIAPO: La prima cosa
Insino al tempo del me nonno VILLEGGIANTE: Oh questa
Ci vuole adesso. Eh sbrigala in malora.
CIAPO: Piano. S’i ve l’ho a dire
Per di bene in diritto
’Gna pur ch’i conti come stà ’l nigozio.
VILLEGGIANTE: Su via parla; ma presto. CIAPO: Oh pacienza.
Sino al tempo del nonno
La vilia appunto di Calen di Maggio
In tal sera ch’è oggi
Gli usava andare attorno a questi alloggi
A cantar le canzone
E del cacio, dell’uova e de’ prosciutti
Ce n’era dato senza discrizione.
Con questa buona usanza
Ugni anno val che Dio ci manda ’n terra
N’andiamo io e costoro in vicinanza
E a quelle case e queste
Buschiam da manicar tutte le feste.
VILLEGGIANTE: Dunque per cantar maggio
Ti sei qui trasferito?
CIAPO: Ser sì. VILLEGGIANTE: Con simil fine,
Io pure ho qui condotti
Questi in musiche note esperti e dotti
Ma già che pria sei giunto
Voglio che pria di me tu canti ancora.
CIAPO: O no padrone; al certo
Non fare’ mai sì mala crianza,
E poi quanto al cantare
Dove siete vo’ altri cittadini
Mette a dirvela in conto a farne nulla
Che voi ci date poi troppo la brulla.
VILLEGGIANTE: Giacché il mese di maggio è per cantare
Più che ad ogni altro a te proporzionato
Voglio in questa maniera
Sentirti in questa sera.
Non più dunque; obbedisci. CIAPO: Venga il novello
Ci vo di malagrana
Ma per non vi sturbiare
Vo favorirvi. A noi compagni; in tuono
Vociate sodo, i’ vi trimpello il suono.

TRUPPA DI CONTADINI:
Noi siam gente tribolata
Fame e sete ci trassina;
E giugnendo ov’è brigata
Facciam festa alla cucina
Diamo altrui spasso e piacere
Ma vogliam mangiare e bere.
Però dateci frittate
Quarti a lesso e quarti arrosto
Uova, cacio e carbonate
Mangeremmo il sol d’agosto
Non è tempo d’indugiare
Date qua, che state a fare?
Chi ci dona è un uom galante
E di collo non ci casca
Chi non vien poi di portante
No’ l’abbiam di posta in tasca,
Chi ci dà molto più n’abbia
Chi non dà gli dia la rabbia
Chi non dà VILLEGGIANTE: Taci lì, taci furfante.

VILLEGGIANTE: Così si tratta? E questo
Intorno a simil luoghi
È il modo di cantare?
Non sai che se così tu ruzi in briglia
Verranno i sassi di lontan le miglia?
CIAPO: Oh Signor. VILLEGGIANTE: Taci dico. CIAPO: O s’i non soe
Altra canzon che questa
Che volete ch’i compiti? VILLEGGIANTE: Il malanno
Che ti pigli scempiato. CIAPO: I’ l’avo ditto
Ch’i n’ero per portar questo bel ceffo;
Perch’al fin delle fine
I’ so per noi come le cose vanno.
VILLEGGIANTE: Vuoi tu farla finita?
CIAPO: I’ mi cheto e non fiato per un anno.
VILLEGGIANTE: E là voi che pur ora
Meco qui vi portaste
A festeggiar tra questi amici orrori
In concorde drappello
Unitevi ben tosto
E con voci gradite
Di nobile armonia l’aria arricchite.

CORO DI MUSICI
Mentre a noi sen fa ritorno
La stagion più dolce e grata
Ogni stella innamorata
Rende ugual la notte al giorno.
Di più bei lampi
Il cielo indorasi
De’ nudi campi
Il seno infiorasi
E sbandito il furor degli austri irati
Scherza un zeffiro lieve in grembo a’ prati.
Di Primavera all’apparir giocondo
Lieto ringiovenir l’anno si mira,
Si rinnovella il mondo
E conforti e dolcezze il tutto spira.
Lunge adunque sen vada
Dal regno di bellezza
In un esilio eterno
Di fierezza e d’orgoglio il crudo inverno.
Se maggio di fiori
Riveste ogni lido
Ingombri Cupido
Ogni alma d’ardori,
Ritorni il diletto
Mestizia sen fugga
Contento ogni petto
In gioia si strugga,
E fastoso trionfi ove ebbe loco
Il giel di crudeltà, d’amore il foco.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Fr - Firenze - Biblioteca Riccardiana
collocazione 2474.42

Scheda a cura di Giulia Giovani e Ivano Bettin
Ultima modifica: