Scheda n. 6976

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1675

Titolo

Mentre a Filen convenne / Ludovico Vatio

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Vatio, Ludovico

Fa parte di

Pubblicazione

[Venezia : copia, 1675]

Descrizione fisica

1 partitura (pp. 11-16) ; 220x290 mm

Filigrana

Note

L’inizio della cantata è caratterizzato da un letterone decorato; è presente sia una cartulazione (5-7) sia una paginazione (11-16); la datazione del manoscritto è suggerita da Wotquenne (cfr. Repertori bibliografici); la provenienza veneziana del manoscritto è desunta dalla presenza della filigrana con tre lune crescenti.

Titolo uniforme

Mentre a Filen convenne. Cantata, Lamenti in lontananza

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, c)
Mentre a Filen convenne
2.1: (aria, fa maggiore, c)
Insegnatemi la mia pace
3.1: (recitativo, c)
Ma il povero Garzone ahi ben s’avvide
4.1: (aria, re minore, 3/2)
Dovrò dunque morir
5.1: (recitativo, c)
Più forse soggiungea

Trascrizione del testo poetico

Mentre a Filen convenne
Partir contro sua voglia
Dall’adorato bene
Tutto mesto e dolente
Fra monti e boschi e per sentier romiti
Viaggiava sconsolato;
Onde per consolar sue pene amare
Con flebil canto ed amorosi accenti
In tal guisa spiegava i suoi lamenti:

«Insegnatemi la mia pace
Antri opachi, muti orrori,
S’ascondete i miei splendori
L’alma mia non può aver pace.
Insegnatemi, antri opachi,
Insegnatemi la mia pace.

Ma il povero Garzone ahi ben s’avvide,
Ch’in quella solitudine romita
Invano ricercava la sua vita,
Anzi per suo tormento,
Mentr’ a’ sassi chiedea
Mercé de’ suoi amori
Udia risponder l’Eco: mori, mori.
Onde vieppiù dolente
In mezzo a quegl’orrori
Lo sfogo proseguì de’ suoi dolori.

Dovrò dunque morir
Per la fè del mio penar
Ah che non deve languir
Chi è costante nell’amar.
Dovrò dunque morir
Per la fè del mio penar».

Più forse soggiungea
Fileno addolorato,
Ma gl’interruppe il canto
Dagl’occhi, che gl’usciva un rio di pianto.
Onde crescer vedendo
Da sue stille di doglia
Gli cristalli d’un fonte,
Che scaturia dal più vicino monte
Ben disse: «Veggo ahi lasso
Ch’invan chieggo pietà da un cor di sasso».

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

B-Bc - Bruxelles - Conservatoire Royal, Bibliothèque
collocazione 690.2

Scheda a cura di Giulia Giovani
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