Tipo record
Tipo documento
Data
Titolo
Presentazione
Legami a persone
Fa parte di
Redazione
Descrizione fisica
Filigrana
Note
Tit. dall’incipit testuale (c. 148v); num. delle carte coeva (148v-155r); sopra l’incipit è scritto da mano moderna a matita: "1-D-5h"; a c. 148r conclusione di Tu che cinto di raggi (v. scheda 2469); a c. 155v incipit di Tra frondosi recessi (v. scheda 2471); attribuita a Carapella nel RISM (v. Repertori bibliografici) e su Internet Culturale; per la data v. scheda 2463; per l’identificazione del copista v. scheda 2469.
Titolo uniforme
Organico
Repertori bibliografici
Descrizione analitica
S, Odio sdegno ira e furore
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S, Tall’hor vinto si vende e cede il regno
%C-1$bB@3/4 8-''FEDC'B/4.A4.A/
Trascrizione del testo poetico
Care spiagge amate rive
Vagh’erbette ameni fiori
Aure dolci onde lascive
Compatite i miei dolori,
Compatite amiche piante,
Se il riposo e la quiete che godete
Toglie a voi doglioso amante.
Così dicea dolente
Peregrino pastore,
Che là dove il Sebeto
Gira plaudo, e cheto
Tra sponde di smeraldo il piè d’argento
Giunto da stanca riva
Di bellezza infedel l’arme legniva.
Indi su l’herba assiso,
Tutto molle di pianto i suoi lamenti
Ripigliò sospirando in quest’accenti:
Chi dal cielo ove splendete
Stelle mie v’allontanò,
Chi da stelle in vie comete
Par me oh Dio che vi cangiò.
Deh, chi vidde già mai
Più di me lieto hor infelice amante?
Se da brillanti rai
Del mio sole adorato
Vagheggiar il splendor più non mi lice,
Ingiustissimo fato,
Stelle crudeli, empio cielo, amor tiranno
Questa dunque è la fede
Doppo lungo servir tu dai mercede.
Sì, sì, così va
Ben foll’è quel core
Che spera in amore
Giustizia o pietà;
S’egl’è un fabro d’inganni,
Ministro d’affanni,
Altro cor che tormenti altrui non sa.
Ah, ma invan dalle stelle,
Invan d’amor dal fato, invan del cielo
Misero mi querelo;
Se l’infida Dorinda
Traditrice spergiura,
Con ricompensa ingrata,
Con barbarie inaudite,
A chi vive per lei toglie la vita.
Odio, sdegno, ira e furore
Su volatemi nel seno,
Voi portatemi il veleno,
Per vendetta d’un empio core.
Sì, sì, l’antichi vezzi
Si cangino in disprezzi:
L’amor in odio e l’osservanza in scherno,
E con opprobbio eterno
D’un infida d’un cieco
Il mondo creda che se un gentil core,
Si rende invitto amore a giusto sdegno
Tall’hor vinto si vende e cede il regno.
Risorse online
Paese
Lingua
Segnatura
collocazione 1-D-5a-o.8
Scheda a cura di Giacomo Sciommeri