Tipo record
Scheda inferiore
Tipo documento
Musica manoscritta
Data
Data incerta, 1690-1695
Titolo
Cantata Canto Solo / di F. Collinelli
Presentazione
Non applicabile
Legami a persone
compositore: Collinelli, Filippo (1690-?)
possessore: Ottoboni, Pietro (1667-1740)
Fa parte di
[9 cantate, 14 arie] (n. 1432/5)
Redazione
[Roma : autografo?, 1690-1695]
Filigrana
Non rilevata
Note
Il manoscritto proviene probabilmente dalla biblioteca musicale del Cardinale Pietro Ottoboni. Si tratta forse di un autografo; indizio è l’appellativo "Signor" mancante nella nomina del compositore. Nome del compositore nella "Tavola": "Del Sig.r Gullinelli".
Titolo uniforme
Fuggon mie luci il sonno. Cantata
Organico
Soprano e continuo
Bibliografia
Descrizione analitica
1.1: (recitativo, sol maggiore, c)
Fuggon mie luci il sonno
Fuggon mie luci il sonno
2.1: Sostenuto(aria, sol maggiore, c)
Bella mia sempre crudele
Bella mia sempre crudele
2.2: [Sostenuto](aria, sol maggiore, c)
Ah, che sempre è tua baldanza
Ah, che sempre è tua baldanza
3.1: (recitativo, sol maggiore, c)
Deh, Clori mia pietosa
Deh, Clori mia pietosa
Trascrizione del testo poetico
Fuggon mie luci il sonno,
Crudelissima Clori,
E quest’occhi non ponno
All’alma tributar che pianto amaro.
Egli è ben dolce e caro
Per temprar quegli ardori,
Che vibrò tua bellezza al mesto seno:
Deh, concedimi almeno,
Ch’io possa in tali accenti
Spiegar presso tue mura i miei tormenti:
Bella mia sempre crudele,
Quando mai ti placherò?
So, non basta d’esser fedele,
Crederai, s’io morirò.
Ah, che sempre è tua baldanza
Ostinata al mio dolor.
S’è perduta ogni speranza,
Cresce ogn’hor la pena al cor.
Deh, Clori mia pietosa,
Volgi sereno il guardo
Sol una volta e poi
Vibra crudele il dardo
Del tuo sen, ch’è inamorato il core.
Crederai con tua fierezza all’hor, che more.
Paese
Italia
Lingua
Italiano
Segnatura
GB-Cfm - Cambridge - Fitzwilliam Museum Dept of Manuscripts and Printed Books
collocazione MU.MS.655.5
collocazione MU.MS.655.5
Scheda a cura di Berthold Over