Scheda n. 4613

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, tra il 1760 e il 1790

Titolo

Canta 20.a / [Alessandro Scarlatti]

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Scarlatti, Alessandro (1660-1725)
possessore: Cecchini Pacchierotti, Giuseppe (1805-1866)
possessore: Rolandi, Ulderico (1874-1951)

Fa parte di

Pubblicazione

[S.l. : copia, 1761-1790]

Descrizione fisica

1 partitura (c. 67v-­70v)

Note

La cantata è la ventunesima della raccolta manoscritta. La denominazione "Canta 20.a" è tratta da c. 70r. Nome dell’autore dal frontespizio dell’intero manoscritto.

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Bibliografia

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, c)
Ah fuggi sì mio core
2.1: (aria, fa maggiore, 3/8)
Da quelle pupillette
3.1: (recitativo, c)
In quel crine in quel labro
4.1: (aria, mi minore, c)
E pur non posso no

Trascrizione del testo poetico

Ah fuggi sì mio core
Quell’aureo crin che l’auretta
Scherzando increspa e scuote,
Fuggi le bianche gote
E il labbro porporino
Di Fillide vezzosa
Sai che bellezza è un fior che sul mattino
Vago risplende e cade poi la sera
Come cade il bel figlio e ancor la rosa.

Da quelle pupillette
Nel rimirarle ognor
Scender mi sento al cor
Un certo non so che che sembra amore.
E da quei dolci sguardi
Quest’alma ha un tal piacer
Che in mezzo al suo goder si fa dolore.

In quel crine, in quel labbro
Vedi, vedi o cor mio
Che amor t’attende al varco
Colli strali e con l’arco
E s’ei ti fa sua preda
Non sperar più godere un dì felice
Che nel regno d’amore
Quel goder che si spera è sol dolore.

E pur non posso no
Non posso non scacciar amor da me.
Come fuggir potrò,
Ch’è troppo dolce e caro
Il sospirar per te.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Vgc - Venezia - Biblioteca della Fondazione "Giorgio Cini"
fondo Rolandi
collocazione senza segnatura.21

Scheda a cura di Giulia Giovani
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