Scheda n. 9996

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, tra il 1700 e il 1710

Titolo

Silvia nella partenza d’Erinto Cantata / del S.r Martino Bitti

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Bitti, Martino

Fa parte di

[Cantate e arie] (n. 9987/10)

Pubblicazione

[S.l. : copia, 1701-1710]

Descrizione fisica

C. 79r-89v

Filigrana

Non rilevata

Note

Bitti fu al servizio dei Medici dal 1685 al 1743 (anno della sua morte).

Titolo uniforme

Correa l'infausto giorno. Cantata, Silvia nella partenza d'Erinto

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Bibliografia

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, c)
Correa l'infausto giorno
1.2: (arioso, re minore, 3/2)
Sciolse ver l'aura e i venti
2.1: Largo(aria, re minore, c)
Onde voi ch’al mar correte
3.1: (recitativo, c)
Ma già il legno a seconda in mar sen corre
4.1: (aria, la minore, 3/8)
Zeffiretti placidetti
5.1: (recitativo, c)
Sì sì vattene infido
5.2: Allegro(arioso, sol minore, c)
Che il destino crudele io saprò frangere
6.1: (aria, sol minore, c)
Sprezzar voglio ogni amatore
6.2: (aria, sol minore, c)
Libertà grida il mio core
7.1: (recitativo, c)
Così mentre ella fanne
8.1: Allegro(aria, re minore, 3/4)
Mai più non voglio amar

Trascrizione del testo poetico

Correa l’infausto giorno
D’Erinto al suo partir prefisso avea
Quando Silvia ch’ardea
Del suo bel volto adorno
Su la riva del Tebro
Al tremulo variar d’onda incostante
Sciolse ver l’aura ei venti
I fieri suoi lamenti.

Onde voi ch’al mar correte
E il mio ben con voi sen và,
Deh più lente il piè movete
Se si trova in voi pietà.
A’ miei pianti or vi fermate
Se già mai vi punse il cor,
Zeffiretti che volate
Cura sol di casto Amor.

Ma già il legno a seconda in mar sen corre
E il mio bene, il mio Amor seco ne porta
Ahi che misera invano più mi lamento
Con l’onda, con il cielo e con il vento?

Zeffiretti placidetti
Che increspate al mare il dorso
Deh più lenti meno ardenti
Al mio ben spianate il corso.
Zeffiretti placidetti
Che increspate al mare il dorso.

Sì sì vattene infido
A più lontane arene
E fra il legame amaro
Dell’amorose pene
Lassa me sola a piangere
Che il destino crudele io saprò frangere.

Sprezzar voglio ogni amatore
E derider le sue pene,
Sprezzar voglio ogn’amatore
E derider le sue pene.
Dar martello a più d’un core
Ma Già mai star in catene
Sprezzar voglio ogn’amatore
E derider le sue pene.
Libertà grida il mio core
E scacciar vuol il bendato
Fiero Dio tiranno Amore
Per non esser’ impiagato.
Libertà grida il mio core
E scacciar vuol il bendato.

Così mentre ella fanne
Sciolta dalle catene
Dell’amorse pene
Silvia ritorno alle paterne mura
Nel stabil suo pensiero il core indura.

Mai più non voglio amar
Fiero bendato Amor tu sei tiranno.
Con te non vuol scherzar
Quest’alma e questo cor,
Mai più non voglio amar
Fiero bendato Amor tu sei tiranno.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Bc - Bologna - Museo internazionale e Biblioteca della musica
collocazione DD.50.10

Scheda a cura di Giulia Giovani
Ultima modifica: