Scheda n. 9995

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, tra il 1700 e il 1710

Titolo

Dalle cimerie grotte

Presentazione

Partitura

Legami a persone

Fa parte di

[Cantate e arie] (n. 9987/8)

Pubblicazione

[S.l. : copia, 1701-1710]

Descrizione fisica

C. 65r-77r

Filigrana

Non rilevata

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, c)
Dalle cimerie grotte
1.2: (arioso, re maggiore, 3/2)
Sciolse la lingua in sì funesti accenti
2.1: (aria, re maggiore, c)
Il mio core a voi sen viene
2.2: (aria, re maggiore, c)
Stelle voi che a Cintia il soglio
3.1: (recitativo, c)
E tu ch’ a Cipro imperi
4.1: Vivace(aria, sol maggiore, 3/4)
Fa che torni a questi lumi
4.2: (aria, sol maggiore, 3/4)
Fa che sorga di mia spene
5.1: (recitativo, c)
Ancor voi chiamo e invoco
6.1: (aria, la maggiore, 3/8)
Chimere orribili
6.2: (recitativo, c)
Et ancora tardate
6.3: (aria, la maggiore, 3/8)
Erinni pallide
7.1: (recitativo, c)
Con note più possenti

Trascrizione del testo poetico

Dalle cimerie grotte
Ammantata d’orrore
Nell’occaso del dì sorge la notte
Quando giovane donna
Ch’Amor feriti il core
Per oggetto crudele
Sciolto il crin, nuda il piè, spinta la gonna
Erge focosa pira
Che tramanda nel Ciel sabei profumi
Indi volgendo i lumi
Tre volte all’Occidente
Entro magiche rote i passi gira
E con meste querele
Sfogando i suoi tormenti
Sciolse la lingua in sì funesti accenti.

Il mio core a voi sen viene
Astri oscuri, ombre secrete
E se turbo a voi la quiete
Compatite le mie pene.
Stelle voi che a Cintia il soglio
Tempestate di zaffiri
A’ miei queruli sospiri
Testimoni or io vi voglio.

E tu ch’a Cipro imperi
O bella Dea dell’alme
Di queste rose e palme
Che in vari influssi la mia man raccolse
Ricevi il grato odore
Fa che i sdegni severi
Di chi l’alma mi tolse
Scacci affatto fede pietoso Amore.

Fa che torni a questi lumi
Pria ch’il pianto gli consumi,
Vado il sol che sen fuggì.
O men crudo rend’ almeno
Al mio seno
Sciolto il cor che mi rapì.
Fa che torni a questi lumi
Pria ch’il pianto gli consumi,
Vado il sol che sen fuggì.
Fa che sorga di mia spene
Al fulgor di luci amene
Verd’ il fior che già seccò.
O che renda quella pace
Che rapace
Che un bel crin a me involò.
Fa che sorga di mia spene
Al fulgor di luci amene
Verd’ il fior che già seccò.

Ancor voi chiamo e invoco
Spiriti dell’abisso
E te signor del foco
Or che in cerchio prefisso
Scuoto verga fatale
Qui portate su l’ale
A dar tregua all’affanno
Il mio amato tiranno.

Chimere orribili,
Arpie terribili
Venite su.
Idre indomabili,
Sfingi implacabili
V’attendo qui.
Chimere orribili,
Arpie terribili
Venite sì.
Et ancora tardate
O furie disperate.
Erinni pallide,
Ceraste squallide
Correte su.
Dragi fierissimi,
Serpi crudissimi
Che fate più.
Erinni pallide,
Ceraste squallide
Correte su.

Con note più possenti
Forse aspettate voi
Che scongiuri all’Inferno i mostri suoi.
Saprò, saprò ben io
Con forza assai maggiore
Sconvolger gl’elementi.
Che sì, che sì. Ma oh Dio
Il disperato core
Già sen corre a bear l’Idol mio.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Bc - Bologna - Museo internazionale e Biblioteca della musica
collocazione DD.50.8

Scheda a cura di Giulia Giovani
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