Scheda n. 9989

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, tra il 1700 e il 1710

Titolo

Il Germanico. / Del S. Ales. Scarlatti

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Scarlatti, Alessandro (1660-1725)

Fa parte di

[Cantate e arie] (n. 9987/2)

Redazione

[S.l. : copia, 1701-1710]

Descrizione fisica

C. 11r-18v

Filigrana

Non rilevata

Note

La carta di apertura della cantata presenta uno spazio destinato al letterone iniziale, non realizzato

Titolo uniforme

Già di trionfi onusto. Cantata, Il Germanico

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Bibliografia

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, c)
Già di trionfi onusto
2.1: (aria, mi♭ maggiore, 3/2)
Fidi amici è poco vanto
3.1: (recitativo, c)
Dunque nel fior degl'anni
4.1: Largo(aria, do minore, 3/4)
Sola tu non vendicarmi
4.2: Largo(aria, do minore, 3/4)
Il nemico è assiso in trono
5.1: (recitativo, c)
Misto d'ira e di pianto un suon confuso

Trascrizione del testo poetico

Già di trionfi onusto
Germanico posava all’Istro in riva
E fu allor che s’udiva
Per la morte d’Augusto
Del suo primo Signor vedova Roma.
Le falangi latine
Di Germanico il crine
Dell’onor che languia cinger tentaro
Ei scote dalla chioma
Il destinato serto
E nella Patria giunto
Fu sua pena il valor delitto il merito.
Sedea Tiberio in Trono e come raro
Vizio e virtù stanno congiunti insieme
A sedar d’Oriente i novi moti
Repente il destinato
O cieca invidia o gelosia d’Impero,
Poi dell’Armenia vinta
Le abbattute corone
Per opra di Pisone ebbero in sorte
Strazi, inganni, veleno, oltraggi e morte
Ma di veleno infetta
La lingua di Germanico non cede
E d’ingiusta mercede
Si querela così bella vendetta:

Fidi amici è poco vanto
Il bagnar d’inutil pianto
Le mie ceneri gelate.
Se gli Dei non siano in ira
Al furor ch’ala cor ci inspira
Il tenor della mia sorte
La mia morte vendicata.
Fidi amici è poco vanto
Il bagnar d’inutil pianto
Le mie ceneri gelate.

Dunque nel fior degl’anni
Ai parenti, alla Patria, ai figli tolto
Sarà con la mia spoglia il duol sepolto?
Dite al Padre, al germano,
Colmo di qual insidie
Di quai strazi ripieno,
In braccio dei nemici i giorni io chiuda,
In questa spoglia ignuda
Palesate col foco
L’opra di quel veleno
Tanto crudele più quanto celato.
Risvegliate il Senato,
invocate le leggi.
Alla mia cara Patria
La vedova Agrippina alfin traete
E vedrete il mio fato
Nel nemico abbattuto
O privo di perdono o non creduto.
Se più di me che di mia sorte aveste
Cura famosi eroi a voi s’aspetta
L’onor della vendetta.

Sola tu non vendicarmi
Amatissima consorte,
De’ miei fidi bastan l’armi
Per ristoro alla mia morte.
Il nemico è assiso in trono,
Fa più miti i tuoi consigli
Se non puoi dar un perdono
Dona pace [ai nostri figli].

Misto d’ira e di pianto un suon confuso
Udissi in quell’istante e ogni sua voce
Fu nel cor de suoi figli una saetta,
Vinse alfin la vendetta e a un punto solo
Mille voci s’udir: Non fia deluso
Di Germanico il fato. Indi i suoi duci,
Presa la destra al Capitan che langue
Giurar sul proprio sangue
Di vendicar l’offesa. Egli confuse,
Rese l’ultime voci
E in braccio della morte i lumi chiuse.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Bc - Bologna - Museo internazionale e Biblioteca della musica
collocazione DD.50.2

Scheda a cura di Giulia Giovani
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