Scheda n. 9380

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1690-1710

Titolo

Del Sig.r Carlo Ambrogio Lonati

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Lonati Carlo Ambrogio (1645c-1715c)

Pubblicazione

Roma : copia della bottega Lanciani, [1690-1710]

Descrizione fisica

C. 115r-130v ; 75 x 215 mm

Filigrana

Non rilevata

Note

Titolo dall’incipit testuale. Capolettera ornato per mano di Silvestro Nola, copista della bottega di Lanciani. Il testo si ispira alla storia di Olimpia e Bireno, tratta dal canto X dell’Orlando Furioso di Ariosto. Attribuita anche a Pasquini: Nigito-Pasquini Sp. 2.

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Bibliografia

Descrizione analitica

1.1: (recitativo-arioso, mi minore, c)
Della notte cadente
2.1: (aria strofica, la minore, c)
Del vento fra l’ali
2.2: (aria strofica, la minore, c)
La stella d'amore
3.1: (recitativo, c)
Forse Fortuna e Amor guidan le prore
4.1: (aria strofica, mi minore, c)
Flutti voi, flutti sonanti
4.2: (aria strofica, mi minore, c)
Scogli voi ch’immoti state
5.1: (recitativo, c)
Ah del suo fiero orgoglio

Trascrizione del testo poetico

Della notte cadente
Minacciata dal dì l’ombra cedea
E già satio d’ambrosia Eto impatiente
Calpestando le nubi il fren mordea
Quando al grato concento
De’ canori volanti aperse Olimpia
Il sonnachioso lume
E tra l’amate piume
Stringer credea Bireno, e strinse il vento.
Con le braccia tremanti
Scorre il vedovo letto
Di quel nome adorato
Fa rimbombar quel solitario tetto.
Al fin presaga del suo crudo fato
Volge al lido vicin il passo errante
Che ingannar non si puote un cor amante.
Vidde, ahi vista crudele,
Sovra l’abete alato
Gonfie d’aura le vele
Solcar l’humide vie Bireno ingrato
Con la destra innocente
Della chioma oltraggiò l’aurea tesoro
Dell’ampio mar su i fluttuanti argenti
Cadde quel biondo crine in pioggia d’oro,
E con lagrime amare
Poscia arricchì di nuove perle il mare.
Al fin con questi dolorosi accenti
Empì l’aria di strida e di lamenti
«Bireno ove ne vai?
Al fallace sereno
Sorgon horrendi ogn’hor nembi e procelle
Della calma d’un seno
Sembrano le tempeste a te più belle,
Torna all’amate sponde,
Che in navigar quell’onde
Il sepolcro a te stesso
Aprendo stai Bireno.
Bireno ove ne vai?
Tu siegui le procelle. Ah ben dimostri
Esser il mar fido ricetto ai mostri».

Del vento fra l’ali
La morte s’asconde
Son tombe a i mortali
Del pelago l’onde.

La stella d’amore,
Che tremula splende,
Se naufraga un core
Qual face s’accende.

Forse Fortuna e Amor guidan le prore
È cieca la Fortuna, È cieco Amore.

Flutti voi, flutti sonanti,
Che ne’ scogli vi fermate
Se v’accrescon i miei pianti
Deh quel empio sommergete.

Scogli voi ch’immoti state
D’ogni turbine al furore
Se v’indura il suo rigore,
Deh quel empio lacerate.

Ah del suo fiero orgoglio
È men crudele il mar
Men duro un scoglio.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

B-Bc - Bruxelles - Conservatoire Royal, Bibliothèque
collocazione 55858 olim FA-VI-87.19

Scheda a cura di Ivano Bettin
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