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Descrizione analitica
Nel chiuso centro ove ogni luce assonna
Euridice, e dove sei?
Si che pietà non v’è, se a me non lice
O d’Euridice n0andrò fastoso
Trascrizione del testo poetico
Nel chiuso centro ove ogni luce assonna,
Allor che pianse in compagnia d’amore
Della smarrita Donna,
Seguendo l’orme per ignota via,
Giunse di Tracia il Vate
Qui sciolse il freno a rintracciar pietade,
E qui nel muto orrore in dolci accenti
All’alme sventurate
Sulla Cetra narrando i suoi tormenti,
Temprò la pena e debellò lo sdegno
Del barbaro Signor del cieco regno.
Euridice, e dove sei?
Chi m’ascolta chi m’addita,
Dov’è il sol degli occhi miei?
Chi farà che torni in vita
Chi al mio cor la renderà.
Preda fu d’ingiusta morte
Io dirò se tra voi resta,
L’adorata mia consorte,
Che pietà più non si desta,
Che giustizia più non v’ha.
Si che pietà non v’è, se a me non lice
Piegar del fato il braccio, onde risani
La cruda piaga d’Euridice in seno
Non v’è pietà; no non s’intende amore,
Se in van sospiro, in van mi crucio e piango
Ma che dissi, che finsi? Un tanto affetto
Chi mai provò? Chi non intese ancora
Di natura e d’amor le voci i morti?
Angue tra spine sia,
Tra ircane selve feroce Tigre,
O tra numide arene
Sieno indomite belve?
Ditelo voi? Cui trasse amor tra l’ombre:
Pallida amica turba Evadne, Fedra;
E tu prole d’Alcasto, e voi compagne
Si può tra rai del sole trovar cosi;
Chi può, sens’il suo bene
Trarre i giorni odiosi; e disperando
Vivere per amare amar penando.
O d’Euridice
N’andrò fastoso
O d’Acheronte
Sul nero fonte
Disciolto in lagrime
Spirto infelice
Si, io resterò,
Non ha terrore
Per me la morte,
Presso al mio amore
Ogn’aspra sorte
Ogni sventura
Soffrir si può.
Paese
Lingua
Segnatura
collocazione 15186.4
Scheda a cura di Luca Perrone