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Titolo uniforme
Trascrizione del testo poetico
III
Non è questo il dì primiero
Che al Danubio e al savo ha tinto
Sangue barbaro il sentiero:
Primo è ben che d’armi cinto
Tutto d’Asia sia l’orgoglio
Visto e in un sfidato e vinto.
O del prisco Campidoglio
Rammentate aquile altere,
Che pur vostro è d’Asia il soglio:
Siete scorta a genti fiere,
E in un sol Scipione e Mari
Per lor Duce an vostre schiere.
L’ostinata omai prepari
Temisvarre il collo al giogo,
E servir cui debbe impari.
L’usurpato illustre luogo
Che ai tiranni Odrisi è cuna,
Arder poi ne veggia il rogo.
Cieca stolta empia importuna
Tracia plebe vedrai come
Non è ingiusta ognor fortuna:
Per le tue falangi dome
Grave orror ti piomba al core
In udir d’Eugenio il nome.
Premio noi d’etern onore
Canteremo inni di glorie
Al famoso vincitore.
Le guerriere nostre istorie
Grandi fian perché le carte
Piene avran di sue vittorie,
E il futuro onor di Marte
Dal suo senno e dall’imprese
Prenderà norme dell’arte.
Dolce ausonio paese
Non temer l’orribil trace;
Veglia Augusto a tue difese.
Vedrem tosto l’Asia audace
Tra i cadaveri dei figli a
Venir mesta a chieder pace.
No gran Carlo, i tuoi consigli
Sian guerrieri, abbian di dardi
Pieni l’aquile gli artigli.
Se avverrà che ti ritardi
Util pace; ma che faccisa
Tuoi nemici ancor gagliardi;
Dopo istabile Bonaccia
Lor vedrai di novo in fronte
La vendetta e la minaccia:
Manchi lor la forza all’onte,
E domati e timorosi
Stian del Nilo appo la fonte.
Poi gli spiriti bellicosi
Non arresti alcun pensiero.
Gran virtù non vuol riposi.
Non depongasi al cimiero,
E s’unifica a tue ragioni
La ragione dell’impero:
Dall’aduste regioni
Deve il sol di segno in segno
Fino ai gelidi Trioni
Veder tuo tributo o regno.
Paese
Lingua
Segnatura
collocazione 74.R.34.8
Scheda a cura di Bianca Marracino