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Legami a persone
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Redazione
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Titolo uniforme
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Descrizione analitica
Sei vinto, o ingiusto amor! Poiche adirata
La beltà che alletta vaga
Il fregio più gentile
Se mai ti piace
Trascrizione del testo poetico
Sei vinto, o ingiusto amor! Poiche adirata
Ruppe l’alma ragion l’indegni lacci,
Dove languiva il core
Tormentato più dal suo proprio error[e]
Che dal tuo affanno: error fù, e troppo cieco
Amar una beltà gli di cui sguardi
Incauta vanità rese comuni
Per atirasi ancor comuni i voti:
Ah sedotto cor mio!
Potesti pur stimare
Vaghezza che giamai seppe stimarsi?
Cancella omai tal fallo, è il pentimento
Ch’or’è martir, ti renda poi più attento.
La beltà che alletta vaga
Il dolore d’ogni piaga
Non riceve in seno amor
E alla che tra mille amanti
Vuol infida il cor da tanti
A nessun vuol dare il cor
Il fregio più gentile
Che la bellezza adorna,
È quel che dal’honor in premio ottiene:
Beltà senz’onestade
Alletta il senso si; ma disprezzata
Viene da nobil’alma,
Che sà aspirar a merto più sublime,
La base del’honor son l’apparenze
Che sensi occulti rendono palesi,
Sapra di cui poi forma
D’altrui la mente quella oppinione
Che sempre del’honore fù indistinta:
Potesti dunque, o core
Soffrir si lungo tempo la sciagura
Di servitù si indegna, e si fallace?
Potesti, si; ma poi che hai rotta i lacci
Di si dura prigione,
Se mai torni ad amor cara bellezza
Cerca in maggior virtù, minor vaghezza.
Se mai ti piace
D’amor la face
Nel sen l’accendi
Fido, mio cor
Ma pur comprendi
Che sola desta
Beltà motesta
Nel sen che infiamma
Degna la fiamma
Puro l’ardor.
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collocazione Mus.2170-J-1.1
Scheda a cura di Andrea Zedler