Scheda n. 8006

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1630-1660

Titolo

S.r Iacomo Carissimi / Consolati cor mio

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Carissimi, Giacomo (1605-1674)

Fa parte di

Redazione

[Roma : copia, 1650-1680]

Filigrana

Non rilevata

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Bibliografia

Rose 1965: p. 93, 101, 138

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, c)
Consolati cor mio
2.1: (recitativo-arioso, c)
Non dir ch’i tuoi pensieri
3.1: (recitativo, c)
Intorno a ciò dirò quel ch’una volta
4.1: (aria, c)
Se tutto è variabile

Trascrizione del testo poetico

Consolati cor mio
Che se non trovi in bella donna fede
Cosa a te non succede
Ch’avvenuta pur sempre anco non sia
A chi provò d’Amor la tirannia
Mira quel mar di pianti
Che fra tempeste altissime di sdegno
Tutto sommerge l’amoroso regno
Sol de traditi Amanti
Da le pupille uscio
Consolati cor mio
Pensa che s’a te
Manca Filli di fe’
Non però manca il mondo
Sorgi homai dal profondo
Di tante angosce onde mia vita è stanca
E mira qual delizie in terra in mare
In aria in Ciel formò l’eterno Autore
Onde senza penare
Trar poterai qua giù beate l’hore
E pur folle che sei
Neghi di ritrovar nell’Universo
Altro bene che lei
Onde vai d’ogni ben sempre disperso
Eh che quando sarà la tua ferita
Mercé del tempo e di ragion guarita
Riderai dello stral che ti ferio
Consolati cor mio.

Non dir ch’i tuoi pensieri
Ribelli insidiosi
Habbian la fe’ giurata ai crudi imperi
D’Amor sì che non osi
Reggergli a cenni tuoi eh che son questi
Amorosi deliri e pur se vuoi
Dimmi qual fiero duol non soffriresti
Per far l’infida a te fedele e pia
E per cercar ahi lasso
La libertà natia
Sopportar non saprai più lieve affanno
Ahi conosci il tuo inganno
E invece di sforzare
A la fermezza un’aura
A pietà un sasso
Deh sforza a la quiete il tuo desio
Consolati col mio.

Intorno a ciò dirò quel ch’una volta
Cantò saggio Pastore
Mio core ascolta ascolta.

Se tutto è variabile
Il mondo è ciò che v’è
Chi far potrà che stabile
Sia l’amorosa fe’.
Anzi se la beltà
Del mondo e ‘l variar,
Sia della fede al par
Bella l’infedeltà.
Il cangiar è un rimedio
Ch’Amor lo benedì
Se no morrian di tedio
Tutti gli Amanti un dì.
Quindi è che lieto va
Chi prima si mutò
E chi fedel restò
La penitenza fa.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

US-Eu - Evanston (IL) - Northwestern University, Library
collocazione Mss. 1.30

Scheda a cura di Irene Maria Caraba
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