Scheda n. 785

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1640-1660

Titolo

Di già dato il tributo avea l’amante | Del Sig.r Venantio Leopardi

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Leopardi, Venanzio

Fa parte di

[Cantate] (n. 539/16)

Redazione

[Roma : copia, 1640-1660]

Descrizione fisica

1 partitura (cartolazione antica cc 95-102v; cartolazione moderna cc 98-105v)

Filigrana

Non rilevata

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, c)
S, Di già dato il tributo avea l'amante
2.1: (aria, do minore, 3/4)
S, Sventurata mia sorte
3.1: (recitativo, c)
S, Oppresso dal dolore
4.1: (aria, do minore, 6/8)
S, Su furie d'abisso
4.2: (refrain, do minore, c)
S, S'a me il regno d'amor chiuse le porte
4.3: (aria, do minore, 6/8)
S, Voi mostri infernali
4.4: (aria, do minore, c)
S, E piango ed esclamo
4.5: (refrain, do minore, c)
S, S'il tradimento a me fu dato in sorte

Trascrizione del testo poetico

Di già dato il tributo avea l’amante
Di pianti e di sospiri al suo bel Nume,
E in ogni dì solea
Celebrar in tal guisa
La beltà di colei ch’invano adora
Ah ch’a un misero core
Non mai cessa il destin di mover guerra
E congiura mortal mai sempre ardisce
A’ suoi danni la sorte
Non dà fin alle pene altro che morte.
Credea lo sventurato
All’aprir della notte
Stanco di sparger più pianti e sospiri
Haver tregua al suo duolo e ai suoi lamenti
Ma pria di ritrovar lieve conforto
Si sfogò l’infelice in questi accenti:

Sventurata mia sorte
Nata sei per penare
Madre sei di dolor figlia di morte.

Oppresso dal dolore
Sovrapreso dal sonno
Chiude le luci addolorate e meste
Ed ecco in un momento
Gl’appar colei che tutta lieta gode
E in seno del suo amante
Che bacciollo più volte in un istante.
Nella reggia d’Averno
Non s’udiron già mai stridi sì horrendi
Né pianti sì dolenti
Come fece il meschin che vidde in sogno
Tradita la sua fede
Ahi che funesta notte ebbe in mercede
Fu destato dal duolo e forsenato
Gridò senza ritegno: Io vuò morire
D’ogni miseria pur sarò un esempio
S’adorator già vissi or moro un empio.

Su, Furie d’abisso
Con lingue di foco
Pregate l’inferno
E datemi un loco
S’a me il regno d’Amor chiuse le porte
Furie vi prego ohimè datemi morte.

Voi mostri infernali
Uscite nel mondo
E dite a colei
Ch’io vivo nel fondo.
E piango ed esclamo
E sempre la chiamo
Ma più non la bramo.
S’il tradimento a me fu dato in sorte
Furie vi prego almen datemi morte.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Rc - Roma - Biblioteca Casanatense
fondo Baini
collocazione Ms 2478.16

Scheda a cura di Chiara Pelliccia
Ultima modifica: