Scheda n. 7697

Tipo record

Scheda singola

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data certa, 1746

Titolo

(n. 38) Daliso ed Alceste. Cantata a Due in onore dell’Immacolata Concezione del P.re M.ro Gio. Andrea Valentini

Presentazione

Partitura e parti

Legami a persone

compositore: Valentini, Giovanni Andrea (XVIII sec.)

Pubblicazione

Copia

Descrizione fisica

1 partitura (13 c.) ; 230x310 mm + 7 parti (17, 15, 12, 2, 2, 2, 2 p.) bianche (3 p.)

Filigrana

Non rilevata

Note

Si tratta di una cantata allegorica di soggetto mariano. Lo sconosciuto autore del testo pur non nominando mai la Madonna, attraverso i pensieri espressi dai due interlocutori Daliso e Alceste ne canta le lodi.

Titolo uniforme

Dove Alceste sì solo?. Cantata, Daliso e Alceste

Organico

Soprano, contralto, 4 violini, violoncello e continuo

Bibliografia

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, la minore, c)
Daliso/ Alceste, Dove Alceste sì solo/A pianger meco
2.1: (recitativo, la minore, c)
Daliso, Lo so troppo felice
3.1: (recitativo, la minore, c)
Alceste, Oggi però tutto è funesto e ingombro
4.1: Presto(aria-refrain, 3/8)
Alceste, Viviam ma sempre in guerra
5.1: (recitativo, c)
Daliso, Ma pur nel comun duolo
6.1: Allegro(aria-refrain, re maggiore, c)
Daliso, Quanto è bella e quanto piace
7.1: (recitativo, la minore, c)
Alceste, Qualche gran cosa i Dei
8.1: (recitativo, re minore, c)
Daliso, Sì che pur gli conviene
9.1: Andantino(aria-refrain, c)
Alceste/Daliso, Potea più degno il cielo/potea più grande il mondo
10.1: (recitativo, c)
Daliso, Giacché il primo d'Irene
11.1: (recitativo, do maggiore, c)
Alceste, Sarà ben fra mortali
12.1: (aria, sol maggiore, c)
Daliso/Alceste, Dir che nei lumi tuoi/Dir c'hai virtù nel seno
13.1: (aria, do maggiore, c)
Daliso/ Alceste, Ecco qual gloria in una/Tu regnerai nel cor

Trascrizione del testo poetico

Dove Alceste sì solo?
Alceste
A pianger meco
Comun sorte spietata e l’empio fallo
rimembranza crudel d’incauto Padre
Padre cieco all’inganno
Che per venir simile a Dio nel regno
Fece se stesso ed ogni figlio indegno.

Daliso
Lo so troppo felice
Era il Pastor di pria libero e pingue
Da se stesso rideva
Il colle il prato in dolce frutto e grato
Si sciogliean le piante
E la greggia tranquilla in sul terreno
Ebbe senza fatica il fiore ameno

Alceste
Oggi però tutto è funesto ingombro
Di velen di fierezza
Langue la vite allo spuntar col olmo
E fra triboli e spine il seme infetto
Non riserba alla messe il pegno eletto.
Rimedio alcun non v’è non v’ha lo scampo
Del nemico fatal
Tutto è crudo dolor tutto è spavento
E la vita per noi fassi tormento.

Viviam ma sempre in guerra
Ma dubi della sorte
Viviamo e della morte
C’assale il rio timor
A nostre brame avversa
Appena da la terra
Benché di stenti aspersa
Il frutto al suo cultor.

Daliso
Ma pur nel comun duolo
Consoliamoci al fin la nostra Irene
Speme dei campi e dell’ovile amore
Se ben di rozzo ammanto ancor vestita
La fatale scampò fierezza avita.
Quindi d’oltraggio schiva
In alto accede a somme doti e rare
E con le luci chiare
Vince l’argentea luna
Tutta vaghezza e senza macchia alcuna.

Quanto è bella e quanto piace
Nel suo primo intatto onore
Gode al sen perfetta pace
Non fa pugna error non fa.

Cede a Lei col suo splendore
Quel che porta e regge il giorno
Luna e stelle a Lei d’intorno
Vago seggio al piè gli fa.

Alceste
Qualche gran cosa i Dei
Stabiliro in costei
Certo avverrà che all’inoltrar degli anni
Ella ripari a noi gli oltraggi e i danni
Deh chi non speri adora
Di goder libertà goder salute
Veggo ne’ lidi accanto
Sollevarsi la festa
Ed ogni pianta a lei ossequio presta.
Daliso
Sì che pur gli conviene
Ogni omaggio da noi ed ogni inchino
Per decreto divino
Ella sta scritta in ciel Madre sublime
Quanto potea di doni
Di grado e di virtude
Tutto gli diè l’eterno Figlio amante
In un perfetto immacolato istante.

(a Due)
Alceste
Potea più degno il cielo
Daliso
Potea più grande il mondo
Ma non potea più bella
Farsi la Madre Amor
Benché dirassi Ancella
Darà la vita a Dio
Alceste
Vedrem del fallo rio
Tolto l’antico orror

Daliso
Giacché il primo d’Irene
Istante a noi sì giova
E le pene rimuove
E’ giusto oh Dio che sia nei dì futuri
Sempre celebre e sacro a noi conviene
Del festivo costume
Istituir la pompa
Acciò l’esempio al rinovar dell’anno
Prendan da questo dì quei che verranno.

Alceste
Sarà ben fra mortali
Questo punto difeso intatto e santo
Se ne festeggi intanto
La memoria fra noi finché alla terra
Quest’eccelsa di Dio opra si mostri
E la fede si aggiunga ai plausi nostri.

(A Due)
Daliso
Dir che nei lumi tuoi
Chiuso è degli astri il foco
Augusta donna è poco
Per farti un degno onor.

Alceste
Dir ch’hai virtù nel seno
Più che splendor nel volto
Daliso
Più che splendor nel volto
Alceste
Augusta donna è poco
Daliso
Augusta donna è molto
Daliso
Ma non è tutto ancor
Alceste
Per farti un degno onor

Daliso
Ecco qual gloria in una
Tutte le grazie adduna
Del regnator del mondo
Alceste
Tu regnerai nel cor.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Af - Assisi - Biblioteca e Centro di documentazione francescana del Sacro Convento di S. Francesco
collocazione 470-1

Scheda a cura di Maria Lucia Anselmi
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