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Legami a persone
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Redazione
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Descrizione analitica
io che dal cor di Fille
Vorrà ch'io mora la bella ingrata
Pur se a far che mi creda
Questa speranza sola
Trascrizione del testo poetico
Io che dal cor di Fille
Più d’ottener pietà non ho speranza
Col più fedele e più doglioso amante
Or contendar vorrei
D’Amor d’aspro martir d’alta costanza
Già Fille ahi quanto ingrata
Più rigida che mai crudel non crede
Il mio foco il mio duol e la mia fede.
Vorrà ch’io mora La bella ingrata
E forse all’ora
Mi crederà
Allor ch’io mora
Mi crederà.
Ma se ciò fia
Troppo è spietata
Ed è più ria
Del nostro fiero
Di crudeltà.
Pur se a far che mi creda
E a muoverla a pietà morir fia d’uopo
Ad onta d’empia sorte
Lieto m’accingo ad incontrar la morte
Quindi in voi nudi sassi
Alpestri balze e dure
Tronchi annosi antri opachi e selve oscure
Quando priva dell’alma
Vedrassi estinta questa fredda salma
Di mirti ombrosi allor voi la coprite
E alla donna spietata
Poi lagrimando dite
Qui per amor sue nolsi e morto giace
Disprezzato da te Filen costante
Di lui per darle pace
Qualche pietà ti muova ed or che morto
Dar puoi al cener suo un van conforto.
Questa speranza sola
Il mio morir consola e mi dà pace.
Per questa inutile sorte
La cruda acerba morte all’alma piace.
Paese
Lingua
Segnatura
fondo FA1
collocazione 1417.4
Scheda a cura di Raffaele Deluca