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Legami a persone
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Redazione
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Titolo uniforme
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Descrizione analitica
Quai bellici accenti
Non ti fidar no no che se ben miri
Torvo sguardo di bel ciglio
Ma pur si venga all’armi
Lo stuol di Venere non ha virtù
Trascrizione del testo poetico
Quai bellici accenti
Ascolti mio core
La tromba che senti
È tromba d’amore.
A guerra ti sfida
Bellezza homicida
Ch’è senza pietà
Tiranna sì fiera
Che vuol prigioniera
La tua libertà.
Non ti fidar, no, no, ché se ben miri
In angelico volto
Un Paradiso accolto in ciel sereno,
In due stellati giri
Tosto però si cangia e in un momento
Divien tutto furor, tutto spavento.
Torvo sguardo di bel ciglio
Presto o tardo nel periglio
Sempre l’anime assorbì.
Sì sdegnoso, minaccioso
Tuona e fulmina ogni dì.
Ma pur si venga all’armi,
O mio cor generoso,
E per sempre goder dolce riposo
A fatiga, a sudor non si risparmi
A disvelar l’inganno
Vanne, audace mio core, in te confido
Tu di donna infedele
Scuoti il giogo crudele
Non più di sveneranno vittime humane
Dal vincitor Cupido.
Lo stuol di Venere
Non ha virtù
Che volga in cenere
L’alme qua giù.
L’affetto vendere
Per poi pretendere
La servitù.
Già che debole è il nemico
All’assalto non temer
Non ti vinca, o cor pudico,
la dolcezza d’un piacer.
Chi d’amor soggiace all’ira
Mai la pace può sperar.
Pur si gode, si respira,
si vive senz’amor.
Paese
Lingua
Segnatura
collocazione Cantate 42 [olim 34.6.2].1
Scheda a cura di Ivano Bettin