Scheda n. 6989

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1675

Titolo

Incauto cor / Ludovico Vatio

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Vatio, Ludovico

Fa parte di

Redazione

[Venezia : copia, 1675]

Descrizione fisica

1 partitura (pp. 91-97) ; 220x290 mm

Filigrana

Note

L’inizio della cantata è caratterizzato da un letterone decorato; è presente sia una cartulazione (45-48) sia una paginazione (91-[98]); pagina 98 è priva di notazione; la datazione del manoscritto è suggerita da Wotquenne (cfr. Repertori bibliografici); la provenienza veneziana del manoscritto è desunta dalla presenza della filigrana con tre lune crescenti.

Titolo uniforme

Incauto cor. Cantata, Amor timido

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, c)
Incauto Cor qual frenesia ti prese
2.1: (aria, re minore, 3/8)
Quanto ride della tua face
3.1: (recitativo, c)
Alma mia che paventi
4.1: Presto(aria, sol minore, c)
Pupille belle nere
5.1: (recitativo, c)
Chi sa che la mia Clori

Trascrizione del testo poetico

Incauto Cor qual frenesia ti prese
D’amar una beltade,
Ch’appena puoi mirar senza timore
Qual frenesia maggiore
Porger voti ed incensi a un Nume sordo,
Penar per chi non t’ode
Adorar un sembiante
Che non sa le tue pene, e a cui non osi
Palesar il tuo foco,
E pur i danni tuoi
Ridir qui non finisco
Pover’amante cor ti compatisco.

Quanto ride della tua face,
Quanto li piace
Il vederti a sospirar.
Non sperar altro che pene,
Non attender dal tuo bene
Mai conforto al tuo penar.
Quanto ride della tua face...

Alma mia che paventi
Non sai tu già che da me non dipende
L’amar o ‘l disamar
Basta veder un oggetto che piace
Perché svegli nel sen d’Amor la face.
Mira l’adorata mia Clori
Quanto vezzosa e vaga
Contempla il bel sembiante,
Quella bruna pupilla
Quel ciglio feritor,
Quelle guance amorose,
Che su le nevi fan spuntar le Rose,
E se paga non sei
Incolpa il mio destino,
Che mi sforza adorar nume divino.
Amor non vol riguardi,
Ma chiede ardire: taci,
Taci Clori sen vien lasciami dire.

Pupille belle nere,
Ch’il cor mi lusingate
Quest’alma innamorate
Col lucido brillar.
Mirate chi v’adora
Chi tace e per voi more,
Chi brama in quell’ardore
Sentirsi ad abbrugiar.
Pupille belle nere
Ch’il cor mi lusingate
Quest’alma innamorate
Col lucido brillar.

Chi sa che la mia Clori
M’intend’ anche tacendo
Bramo sol che mi doni un dolce sguardo
Per saper che per lei mi struggo et ardo.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

B-Bc - Bruxelles - Conservatoire Royal, Bibliothèque
collocazione 690.15

Scheda a cura di Giulia Giovani
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