Scheda n. 6962

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1620-1660

Titolo

S.r Marco Marazzoli / Là dov’Etna contesse

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Marazzoli, Marco (1602/5-1662)

Fa parte di

Pubblicazione

[Roma : copia, 1650-1680]

Filigrana

Non rilevata

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Bibliografia

Porter 2001: p.103

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, si♭ maggiore, c)
Là dov'Etna contesse
2.1: (recitativo-arioso, c)
Ah chi per farne i miei pensier giocondi
3.1: (recitativo-arioso, c)
Sventurata beltade
4.1: (recitativo-arioso, c)
Essangue macero

Trascrizione del testo poetico

Là dov’Etna contesse
Di nubi un velo a le superbe chiome
E con mirabil vanto
Mostra di fiamme il sen di nevi il manto
Poiché il mostro geloso
Il crudel Polifemo il fier gigante
Alta rupe avventando alpestre e dura
Diede al bell’Aci morte e sepoltura
Con sollecite piante
Dubbiosa e anelante
La gentil Galatea
Di lagrime presaga e di dolore
Iva cercando il suo perduto Amore.
Ogni balza ogni rupe ogni pendice
Chiamando il caro nome invano e solo
Per pietà dell’infelice
Da le sue grotte ascose
Alfin echo rispose
Mentre ch’in questi accenti
Spiegava i suoi lamenti:

Ah chi per farne i miei pensier giocondi
Novelle a me darà del Idol mio
…io
Chi sei? Deh tu rispondi
A’ miei dolor loquaci
Aci perché t’ascondi
Aci mio vieni omai
A far più lieto il mio sembiante smorto
…Morto
Ohimè che sento e quando
S’eclissò la tua luce in questi poggi
…Hoggi
Per te farò quella ch’a me s’aspetta
Memorabil vendetta
Purché sia l’homicida a me dimostro
…Mostro
Di queste piagge il mostro ah ben l’intendo
Polifemo t’uccise il mostro rendo
Di gelosi pensieri il core impresso
…esso

Sventurata beltade
Ohimè ch’un sol momento
Con le mie gioie ogni tuo raggio ha spento
E sul fiorir degl’anni
Il tuo splendor’ohimè tramonta e cade
Sventurata beltade
Almen havessi antiveder potuto
Così fiero accidente
Ch’al tuo seno innocente
Stato sarebbe scudo
Questo mio seno ignudo
Né mirata disgiunta
Da te m’havrebber mai queste contrade
Sventurata beltade
O pur t’havrei dolce mia vita almeno
Abbracciata per sempre una sol volta
E nel tuo seno accolta
T’havrei pur detto al punto estremo a Dio
Dolcissimo Aci mio
Ma tu più d’ogni mostro empio e selvaggio
Polifemo inhumano
Com’armasti la mano
Per oscurar del mio bel sole il raggio
Forse perché costume
De’ Giganti il vibrar contro le stelle
L’armi inique e ribelle
Tu che d’Aci il sembiante un ciel credesti
Contro lui ti movesti
Su dunque o Giove o Dei
Scenda a punir quel crudo aspra saetta
Vendetta o Ciel vendetta
Ma se non ode il ciel i miei lamenti
L’udiran questi colli e queste selve
L’udiranno le belve
Vendetta o Ciel vendetta
Vendetta o fere amiche
O Tigri o Aspi o Orsi
Da le più cupe tane
Con velenosi morsi
Uscite a divorar membra inhumane
Fiere di quella fiera assai più pie
Deh vendicate voi l’ingiurie mie
Uscite a cent’a cento
Dove il crudel si sta
Fiere del mio tormento
Risvegli in voi pietà.

Essangue macero
Per voi sia lacero
Quest’empio mostro
Di crudeltà
Il mio bell’Aci è morto
Polifemo il tradì
Ond’io senza conforto
Piangerò notte e dì.

Su su prendetelo
Fiere uccidetelo
Quest’empio mostro che lo ferì.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

US-Eu - Evanston (IL) - Northwestern University, Library
collocazione Mss. 1.2

Scheda a cura di Irene Maria Caraba
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