Scheda n. 686

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1670-1690

Titolo

Incendio di Roma dalla crudeltà di Nerone

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Stradella, Alessandro (1639-1682)
autore del testo per musica: Apolloni, Giovanni Filippo (ca. 1635-1688)

Fa parte di

Cantate e arie (n. 628/20)

Redazione

[S.l. : copia, 1670-1690]

Descrizione fisica

C. 89-112

Titolo uniforme

Sopra un'eccelsa torre. Cantata, Incendio di Roma dalla crudeltà di Nerone

Organico

Basso e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, c)
Sopra un'eccelsa torre
2.1: (refrain, fa maggiore, c)
Claudio rida e Roma abbruci
3.1: (recitativo, c)
Ardi Troia latina
4.1: (refrain, fa maggiore, c)
Claudio rida e Roma abbruci
5.1: (recitativo, re minore, c)
Voi che in soglio di pace
6.1: (aria, fa maggiore, 3/2)
Chi disia di salde tempre
7.1: (recitativo-arioso, la♭ maggiore, c)
Giove è solo al governo
8.1: (recitativo-arioso, c)
Sì sì viva Nerone
9.1: (aria, sol minore, c)
La mia ragion di stato
10.1: (recitativo-arioso, c)
Vuò tributo di pianti
11.1: (recitativo, c)
Con sì barbari accenti
12.1: (aria cavata, do minore, 3/2)
Ma nel banco d'Astrea

Trascrizione del testo poetico

Sopra un’eccelsa torre
Cui le nubi del cielo eran confine
Delle mura latine
L’incendio a rimirar sedea Nerone
E del troiano scempio
Rilegendo l’esempio
Struggea quel cor di pietra
Di sangue sitibondo
La Regina del mondo
A suon di cetra alle fiamme alle strida
Parea Roma l’inferno
Pluto Nerone ed Acheronte il Tebro
Sol di gioia tutt’ebro
Alle lagrime altrui Claudio ridea
E con superbo scherno
Moltiplicando a’ miseri gl’affanni
Queste voci spargea l’empio tiranno.

Claudio rida e Roma abbruci.

Ardi Troia latina
Face dei miei trionfi
Corran superbi e gonfi
A sfidar la marina
Delle fiamme i torrenti
Che in pochi momenti
I colossi i trofei di cento lustri
Cadano a’ cenni miei disfatti et arsi
Che non puote mirarsi
Spettacolo più bello
Da tiranniche luci.

Claudio rida e Roma abbruci.

Voi che in soglio di pace
Adulati sedete
Voi che di volgo altro [altero]
Che di plebe contumace
L’insidie non credete
E per soverchia facilità d’impero
Le corone avvilite;
In catedra di foco
Io leggo tirannia principi udite:

Chi desia di salde tempre
Fabricar l’usbergo ai troni
S’armi d’ira e mai perdoni
Creda poco e finga sempre
Ferri veleni e lacci
Traggono i rei di vita i re d’impacci.

Giove è solo al governo
A lui cede ogni stella
Il suo volere è legge
Punisce e non corregge
E se tal hor favella
Altra lingua non ha che tuoni e lampi

Claudio rida e Roma avvampi.

Sì sì viva Nerone
E per maggior suo vanto
Ogni legge calpesti
Copra di reggio manto
Le rapine e l’incesti
Britannico s’uccida
Ottavia s’avveleni
Il Maestro si sveni
Mora Pompea
Sia da ferri ne squadre
Trucidata la madre
Gema il lazio arda Roma ingombri il tutto
Foco e sangue furor spavento e lutto.

La mia ragion di stato
È la forza è l’inganno
Che s’io nacqui privato
Saprò morir tiranno.

Vuò tributo di pianti
Incenso di sospiri
E chi m’odia rimiri
Pria della notte mia la propria sera

Claudio rida e il mondo pera.

Con sì barbari accenti
Della tragedia sua non ben presaghi
L’empio mostro fremea
Ma nel banco d’Astrea
Debito non si fa che non si paghi.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-URBc - Urbania - Biblioteca Comunale
fondo Ubaldini
collocazione VI.2.3.20

Scheda a cura di Teresa M. Gialdroni
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