Scheda n. 6596

Tipo record

Scheda singola

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1735-1740

Titolo

Cantata | Composta per Comando della Serenissima | Principessa Amalia, | e cantata dalla Reale Altezza sua Il felicissimo Giorno | del Nome della Maestà del Rè. | Musica di Giov. Alberto Ristori.

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Ristori,Giovanni Alberto (1692-1753)
copista: Kremmler, Johann George (1697c-1759)
dedicatario: Augusto III di Polonia (1696-1763)
dedicante: Maria Amalia di Sassonia (1724-1760)

Redazione

[S.l. : copia, 1735-1740]

Descrizione fisica

1 Partitura (5 c. con paginazione da 1 a 10) ; obl. 220x310 mm

Filigrana

Non rilevata

Note

Volume con copertine in cartone e dorso in tessuto. La prima e la quarta copertina non presentano alcuna indicazione sul contenuto. Sul verso della prima copertina, in basso a destra, una segnatura barrata (B699) che si riferisce alla vecchia segnatura in uso presso la biblioteca di provenienza del manoscritto (Königliche Privat-Musikaliensammlung, Dresda). La paginazione inizia dal frontespizio da cui si rileva anche il titolo completo. In basso al centro del frontespizio due timbri della biblioteca e in basso a sinistra la nuova segnatura in uso (Mus.2455-I-4). Seguono al frontespizio 7 pagine di musica a 10 pentagrammi aperti con numerazione a centro pagina in basso da 3 a 9. Segue una pagina pentagrammata vuota (pagina 10) e poi l’ultimo foglio di guardia. Sul Catalogo Mengelberg-Ristori erroneamente questa Cantata è citata come raccolta di «4 Arien» ed erroneamente l’organico indicato è «Alto c. strom».

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, c)
Posa d’un faggio all’ombra
2.1: Vivace(aria, do maggiore, c)
Di sì bel dardo invano
3.1: (recitativo, c)
Non paventate no, volger pretendo
4.1: Allegro(aria, fa maggiore, 3/8)
Spiega pur al Ciel le chiome

Trascrizione del testo poetico

Posa d’un faggio all’ombra
Di qua non lunge addormentato amore;
E scarco ed ozioso giace lì al piè
Quell’arco suo famoso.
Qual chi scopre celato angue tra fiori
Fuggiro in ravvisarlo Nice, Climene e Clori;
Io m’accostai e questo dardo aurato,
Più dell’altre animosa, ho a lui rubato.

Di sì bel dardo invano
Armar non vo la mano
A te lo scaglio, o Dori,
in sen Licori a te.
Ninfe a ragion fuggite,
che piccole ferite
mai stral d’amor non fè.

Non paventate no, volger pretendo
La dorata sua punta in miglior uso:
Incider voglio in più d’un tronco il nome;
Ch’oggi da noi s’onora e per cui festa
Fanno a gara la Reggia e la foresta.
Fausto a me si presenta
Questo (simbol di Pace)
Amico ulivo ed è sì verde e vivo,
Che sembra già che il grand’onore ei senta.

Spiega pur al Ciel le chiome
Pianta lieta, pianta bella,
Di guardarti da procella
Questo nome il vanto avrà.
Degno ben che in ogni core
Di sua man lo scriva amore
Come impresso in sen mi sta.

Risorse online

Paese

Germania

Lingua

Italiano

Segnatura

D-Dl - Dresden - Sächsische Landesbibliothek - Staats-, und Universitätsbibliothek
collocazione Mus.2455-I-4

Scheda a cura di Giuseppe Migliore
Ultima modifica: