Scheda n. 6564

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Testo per musica a stampa

Data

Data certa, 1674

Titolo

Apollo piangente

Presentazione

Legami a persone

autore del testo per musica: Monesio, Pietro Giovanni (?-1684)

Pubblicazione

Copia

Descrizione fisica

Parte prima, p. 31-34

Filigrana

Non rilevata

Titolo uniforme

Per le Tessale arene. Forma non specificata

Trascrizione del testo poetico

Per le Tessale arene
Combattuto dal duolo il piè movea
Più che di raggi d’or carco di pene
Di Dafne fuggitiva Apollo amante,
E a ogni passo un sospir dal cor trahea,
Poi nel piu cupo seno
Di quelle solitudini remote
Fermò sospeso il piede,
E d’un aspro martir misero erede
Con sì flebil note,
Mal gradito Amator di un cor di scoglio,
Palesò lacrimando il suo cordoglio.

Piangete occhi dolenti,
E gia che dal mio cor sparì la speme,
Voi lagrime cadenti
Congelatevi insieme,
E fabricando un limpido cristallo
Sia poscia a l’idol mio, che m’odia tanto,
Spoglio del suo rigore il mio gran pianto.

Si, si lumi piangete,
E con lingue d’argento
Nunzie del mio tormento,
Noto a Dafne rendete
Quell’ardor che mi strugge a poco, a poco,
E sien vostr’acque interpreti del foco.

Ridite piangendo
A l’empia che adoro,
E morte mi dà,
Ch’io solo pretendo
Un lieve ristoro
Di grata pietà:
Poiché d’un core in mar di pianto assorto
L’altrui pietà suol’additare il porto.

Ma siete in lagrimar troppo codarde
Avvilite pupille,
Mentre versate il pianto a stille, a stille;
Su cangiate tenore,
E ad esprimer del core
Gli animati Vessuvi
Voglio che voi spargiate ampi diluvi.
Lagrime io vi rammento,
Che di un picciol tormento,
O di un lieve martir figlie non siete,
Ma l’origin trahete
Dal più misero core,
Che co’ fulmini suoi saetti Amore.

Grandinate,
Diluviate
Luci mie languide e meste,
E abbia vanto
Il vostro pianto
Di formar fiere tempeste;
Scorga poi Dafne rubella
Entro l’umida procella
Di quell’onda fluttuante
Il core naufragar d’Apollo amante.

Vanta per tuo trofeo barbara prole.
Del Rege Acheronteo,
E non già di Pineo,
Che vedesti a tuoi piè supplice il Sole;
Ecate sei sì, si, c’ha nido, e stanza
Ne’ Regni de la morte orridi e ciechi,
Mentre funesti eclissi al sole arrechi.
Vanne altera, pur va, de’ pianti miei,
Mentre per tua cagion pianger mirasti
De le Pierie Suore
Il luminoso duce,
Che con novo stupore
Non duo fonti di luce,
Ma versò da suoi lumi
Di lagrimoso umor duo larghi fiumi.

Così per Dafne ingrata,
Che racchiudea nel seno un cor di gelo,
Piangean gli occhi del sol, ch’occhio è del cielo.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Rv - Roma - Biblioteca Vallicelliana
collocazione ARCA VII 24.10

Scheda a cura di Nadia Amendola
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