Scheda n. 6436

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1700-1701

Titolo

Cantata a voce sola con v.v: / Del Sig.r Domenico Sarri

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Sarro, Domenico Natale (1679-1744)

Fa parte di

(n. 5293/13)

Pubblicazione

[S.l. : copia, 1710-1740]

Descrizione fisica

C. 59-77v

Filigrana

Non rilevata

Note

Cantata composta in occasione del matrimonio fra Filippo V di Spagna e Maria Luisa di Savoia celebrato a Nizza l’11 settembre 1701. La notizie del matrimonio ebbe ripercussioni a Napoli dove, per l’occasione, furono organizzati festeggiamenti. Cfr. Bibliografia.

Titolo uniforme

Organico

Soprano, 2 violini, viola e continuo

Repertori bibliografici

Bibliografia

Gialdroni 1988: pp. 164, 167

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, re maggiore, c)
Di tre Dee su l’Ida
2.1: A tempo(aria, mi minore, c)
Dissi allor che la più bella
3.1: (recitativo, do maggiore, c)
La discordia fu all’or ch’il ricco dono
4.1: Allegro vivissimo(aria, do maggiore, c)
Guerra orribile
5.1: (recitativo, la minore, c)
Ma a che giova ch’io narri
6.1: Spiccato(aria, si minore, c)
Del mio bene le pupille
7.1: (recitativo, fa maggiore, c)
Ma stolto Pastorello e che rammenti
8.1: Allegro vivissimo(aria, la maggiore, 2/2)
Di Luisa l’anima grande
9.1: (recitativo, do maggiore, c)
E qual altra miglior potean le stelle
10.1: (aria, la minore, c)
Serri ormai Giano il suo Tempio

Trascrizione del testo poetico

Di tre Dee su l’Ida
Fui già giudice un tempo ora di quante
Reine e Principesse ornan la terra
Giove vuol ch’io decida il pomo d’oro.

Dissi allor che la più bella
È colei che mi piagò
Non fu Pallade già quella
Né Giunon ch’il core amò.

La discordia fu all’or ch’il ricco dono
Nelle nozze scagliò del gran Deleo
S’irritaro le Dee alla contesa
Rimbombò d’ogni intorno e al grido orrendo
Tremò l’Olimpo et echeggiò l’Abisso.

Guerra orribile
Aspra battaglia
L’alme infiamma
E i cuori assale
L’esser Dea già nulla vale
Al furor che l’ira scaglia.

Ma a che giova ch’io narri
Degli dei la contesa
Ah Ciprigna gentil Ciprigna amata
Tu la più bella sei
Tu l’alma del mio core
E solo al tuo favore
Dovrian gratie et honor gl’incendij miei.

Del mio bene le pupille
Son scintille e i petti infiamman
Dal bel sen n’escon faville
Onde l’alme e i cori avvampan.

Ma stolto Pastorello e che rammenti
Così sospendi tu l’alto giudizio
Anzi no ecco il pomo ecco lo scaglio
Di Luisa Maria nel nobil seno
Di Luisa consorte al gran Filippo
Né Pandora già mai fu sì perfetta
Né Minerva né Giuno o Citherea
E quante grazie mai e quanti doni
Versò natura in sì diversi oggetti
L’epilogò in lei sola in lei poi unille.

Di Luisa l’anima grande
Incatena i cuori e l’alme
Di Luisa son le palme
Dove Amor l’impero spande.

E qual altra miglior potean le stelle
Apparecchiare al gran Monarca Ispano
E già che sacro dono
Di Filippo e Luisa
I cori incatenò gioisca il mondo
Il mondo tutto acclami
Dian più soli a più mondi
E sian felici gl’almi rampolli
Di sì eccelse piante.

Serri ormai Giano il suo Tempio
E a gl’ulivi i lauri sposi
E Filippo or ch’aspro scempio
Fé degl’empi si riposi.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Nc - Napoli - Biblioteca del Conservatorio Statale di Musica "San Pietro a Majella"
collocazione 34.6.28 [olim Cantate 252].13

Scheda a cura di Mina Chiarelli
Ultima modifica: