Tipo record
Tipo documento
Data
Titolo
Presentazione
Legami a persone
Redazione
Descrizione fisica
Filigrana
Note
La cantata è in buone condizioni, nonostante evidenti segni di umidità l’intera partitura è ancora ben leggibile. Nella prima pagina in basso a destra è riportato a matita un numero: 3886.
Titolo uniforme
Organico
Descrizione analitica
Ma non chieggi bell'idolo mio quell'amore
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Trascrizione del testo poetico
Fillide ancor vaneggio
E pure ohimè m’avveggio,
Che li chiederti pietade
E’ forse crudeltade:
Invida iniqua stella
D’altri ti vede Ancella
Ed io pur sono lasso
In egual sciagura e in egual sorte
E il laccio durerà fino alla morte
Ma non chieggio bell’idolo mio
Quell’amore che tuo non è più
Come io t’amo sol amami tu
E ogni pena già pongo in oblio
Già tua belate amai
Ed a fuggenti rai
De tuoi begli occhi arsi un tempo e gelai
Mi piacque il riso el canto
El parlar saggio e piano
E l’andar più che umano
Ma poiché ingiusto impero
Mi fè di tanto bene
E di te privo tosto cangiai pensiero
Ma non cangiando amore e in sen mi nacque
Un più gentile ardore
Nacque in sen per te mia bella
Un ardor più che mortale
Fuori di tema e fuor d’affanno
S’armi pur sorte rubella
Contro lui fatto immortale
nulla può tempo o d’inganno
Altri poi ch’hebbe il cielo
Più benigno e cortese
Goda di quel che solo appar di furore
E al tramontar d’un dì perde il suo fiore
Io perciò non l’invidio o punto o poco
Se la parte migliore
Intera tu riserbi al mio bel foco
Dolce ristoro del mio martoro
Bella mercede della mia fede
Se mi consoli un dì
E che poss’io caro ben mio
Di più bramare di più sperare
Se m’amerai così
Così pietà ti chieggio
E tal si debbe all’alta fiamma mia
Che s’avvivò tra le sventure e crebbe.
Paese
Lingua
Segnatura
fondo Noseda
collocazione I.328.2
Scheda a cura di Claudia Ferrari