Tipo record
Tipo documento
Data
Titolo
Presentazione
Legami a persone
Fa parte di
Redazione
Descrizione fisica
Filigrana
Note
La scritta «Alessandro Scarlatti» è di mano diversa. La testata del frontespizio a p. 48 è parzialmente corrotta a causa della rifilatura. L’attribuzione a Francesco Mancini si deve al Prof. Roberto Pagano. Per l’appellativo "Amore e Gelosia" cfr. Rostirolla-Scarlatti p.478 e Hanley pp.467-468. La cantata è presente nel «Catalogo nazionale dei manoscritti musicali redatti fino al 1900» presso l’Ufficio Ricerca Fondi Musicali (URFM) sotto il nome di Alessandro Scarlatti. Copista A.
Titolo uniforme
Organico
Repertori bibliografici
Descrizione analitica
S, In doppio tormento
S, Se talor io rimiro
S, Gelosa è l'alma mia
S, Così tra giaccio e fuoco
S, Cieco Dio se giusto sei
Trascrizione del testo poetico
Spesso suol l’alma mia,
Da rio [do]lore oppressa,
Sospirar per amore;
E gelosa ed amante,
Per occulta magia
Spesso sospira ancor per gelosia.
In doppio tormento
Quest’alma languisce,
Amante gelosa
Di vaga beltà.
Nel fuoco e nel gelo
Costante delira
E sempre sospira
Chi pene gli dà.
Se talor io rimiro
Dell’amato mio bene i vaghi lumi,
L’istesse mie pupille,
Nel comune gioir di quel tesoro,
Fatte gelose ancor s’odïan loro.
Gelosa è l’alma mia
E le pupille ancor;
Gelosi i miei pensieri
Ed ho geloso il cor.
Così tra giaccio[!] e fuoco
Arde il cor, l’alma gela
Che possibile non fia
Chil pensier, gl’occhi stessi, il core e l’alma
In sì grave martire
Possan pace trovar senza morire.
Cieco dio, se giusto sei
Fa’ che cieco rest’anch’io,
O senza core almen.
Perché cieco non vedrei
Lieto starsi l’Idol mio,
Stretto stretto ad altro sen.
Paese
Lingua
Segnatura
fondo Pisani
collocazione Arm. I Pis. 5.5
Scheda a cura di Sebastiano D’Ippolito Tamburo