Tipo record
Tipo documento
Data
Titolo
Presentazione
Legami a persone
Fa parte di
Redazione
Descrizione fisica
Filigrana
Note
Nome dell’aut. dall’edizione de La cetra d’Apollo di Carlo Grossi, Venezia, 1673 (cfr. scheda 44).
Titolo uniforme
Organico
Trascrizione del testo poetico
Sedeva un giorno Eurindo
Sovra il margo d’un rio
Dove natura vegetabil tapetto
A scorno degl’Etiopici lavori
Trapunse d’herbe e ricamò di fiori,
Prese in mano la cetra
Di cui Febo insegnoli arte maestra
E sui numeri armonici scherzando
Pianse così cantando.
Mio core che speri
Non mai bianca fede
Daran per mercede
Quei rai che son neri.
Non sperar a tuoi dolori pace più
Se due mori t’hanno posto in servitù.
A quel lume sì fosco
Chiaro non vedi ancora
La tua sorte funesta
Qual nere pompe a la tua morte appresta.
Puppilla annerita
Con linea lethale
Ti segna la vita.
S’a questi consigli
Mio cor non ripigli
Il calle smarito
Urti in carboni accesi e sei spedito.
Così Eurindo sconsolato
Favella al tuo core inamorato.
Ma l’incauto fatto alato
Vani audaci dispiegò.
A la luce ch’adorò
Qual pirausta egli credé
Di nutrirsi entro l’ardore
Ma farfalla poi cadé:
A quel gemino splendore
A la luce ch’adorò.
Paese
Lingua
Segnatura
collocazione Mus.G.306.3
Scheda a cura di Licia Sirch