Scheda n. 6070

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1673-1690

Titolo

Fugg’amore ognun che vole / [Carlo Grossi]

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Grossi, Carlo (1634-1688)

Fa parte di

(n. 3312/3)

Pubblicazione

Copia

Descrizione fisica

25-33 c.

Filigrana

Non rilevata

Note

Nome dell’Aut. nell-edizione de La Cetra d’Apollo di Carlo Grossi, Venezia, 1673. V. Clori record n. 731

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Bibliografia

Descrizione analitica

1.1: (aria, la minore, 12/8)
S, Fugga amore ognun che vuole
%C-1@12/8 4-8-8-''EDE'AA8-''ED/8EDC4'B8''C4D8EFED/
2.1: (recitativo, c)
S, O come siete stolti
3.1: (aria cavata, la minore, c)
S, Amore ha il laccio teso
4.1: (aria, la minore, 6/4)
S, Se ad uso di dardo
5.1: (recitativo, c)
S, Odo spesso che dite
6.1: (aria, mi minore, 3)
Quante volte da tetri vapori
7.1: (recitativo, c)
S, Siasi pur dunque un cielo
8.1: (aria cavata, la minore, c)
S, Siasi pur dunque un cielo

Trascrizione del testo poetico

Fugg’amore ogn’un che vole
Mantenersi in libertà
Ch’el fissar gli occhi nel sole
Lè un cercar la cecità.

Second.a p.e
Alla neve il sol non nuoce
Se nascosta ella sen sta
Ma s’ella esce all’hor ch’ei cuoce
Tosto poi si liquefà.

O come siete stolti
Giovani che credete
Palpar la serpe e non provarne i morsi
Bevere a longhi sorsi
Le cicute omicide
Senza che passi ad infettarvi il core
Il mortifero umore.
No, v’ingannate udite:

Amore ha il laccio teso
Chi gli si accosta o inciampa o resta preso.

Se ad uso di dardo
La donna col guardo
Il tenero core
V’impiaga d’amore,
Fuggite sparite
Chi lo stral feritor baccia e adora
Degno è che da quel stral feritor ei mora.

P.e 2a.
Se tinte di rose
Due guance vezzose
V’instillano al seno
Mortale veleno
Andate volate
Chi beve un tal velen solazza e ride
Ma quel velen poi ch’egli è preso, uccide.

Odo spesso che dite
La bella fronte è un cielo
Gl’occhi son due stelle
Il ciglio arco di pace
Arcobaleno tra due bei scogli
Un mar di latte il seno.
Oh ingannati mortali
O ciechi o sciocchi amanti
Ma s’è così, dite voi stessi dite:

1.
Quante volte da tetri vapori,
Il sereno lassù si turbò
E tra vampe tra lampi e fragori
La saetta dal cielo piombò.

P.e 2a
Quante volte dal fondo del mare
Scatenato Aquilone muggì
E tra i gorghi dell’onde più amare
Il nocchiero travolto perì.

Siasi pur dunque un cielo
O sia la donna un mare
Chi vuol calma e sereno haver nel core
Fugga le donne e con le donne amore.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-MOe - Modena - Biblioteca Estense e Universitaria
collocazione Mus.F.1533.3

Scheda a cura di Licia Sirch
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