Scheda n. 6068

Tipo record

Scheda singola

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1790-1810

Titolo

Serenata per soprano:"A che fatt’Argo il cielo" (con basso continuo) / Paër

Presentazione

Partitura

Legami a persone

autore incerto: Paër, Ferdinando (1771-1839)

Redazione

[S.l. : copia, 1790-1810]

Descrizione fisica

1 partitura (6 c.) ; 215x290

Note

Manoscritto di 6 c. con copertina di probabile fattura novecentesca. Nella prima di copertina in alto a sinistra, antiche segnature della biblioteca cancellate (Ed 130; Pc 34) e numero di inv. 7339; al centro la dicitura: Paër/Serenata per soprano:"A che fatt’ Argo il cielo"/ (con basso continuo). Il nome Paër è cancellato. A c. 1r in alto a sinistra numero romano VIII, antiche segnature (Ed 130 cancellata; Pc 34), e il numero di inv. 7339. A c. 2r e 3r una sola segnatura Ed 130 accompagnata da numero di inv. 7339.

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Bibliografia

Descrizione analitica

1.1: (aria, c)
S, Filli mia al tuo bel viso
%C-1$bB@c ''8D6E6F8E6F6G8.F6E8D8F/8E8F8D8E8x.C'6B4A
2.1: (recitativo, c)
S, Ah Filli ingrata
%C-1$bB@c '4-4B4.G8G/4-4B''bD8D8C
3.1: (aria, 3/2)
S, Cor mio t'adoro
%C-1$bB@3/2 ''2-4D4E4F4E/

Trascrizione del testo poetico

Or che fatt’Argo il cielo
Con cento lumi, e cento
Desta a prò de mortali un firmamento
Io solitario amante
Egro ramingo errante
Su plettro di dolore
Tempro le pene e mi lusingo il core.

Filli mia s’al tuo bel viso
Dier le stelle amici Numi
Si credér ne’ tuoi bei lumi
Qui formare un paradiso.

Aure non mormorate
O pur con varie forme
Intorno al sol che dorme
Tremolette scherzate
Dorme Filli il mio bene
Eppur vegghia il cor mio
Tra mille pene.

Zeffiro che di rose
Cing’il crine di Flora
Su non più dimora
Coll’ali ruggiadose
Sferza gli estivi ardori
Ma no Zeffiro no tu t’innamori

Che sarà di te mio cor
Se i lamenti son follie
Gettate ai venti
Se non provi che rigor

Ah Filli ingrata
Per un momento almeno
Deh rivolgi sereno
Quel celeste fulgor per cui m sfacelo
Ho fiamm’al cor, e nel sembiante il giaccio.

M’ami Filli rispondi un sì
Ch’io contento dell’aspre mie pene
Sol baciando le mie catene
Può passar ne la notte e dì
Filli una volta sola
Apri il varco al cordoglio
Se pietà tu non senti io morir voglio
Può morir ma fatt’ombra
Tornerò d’Acheronte
E fatt’un’aura o convertito in fonte
Baciando il tuo bel pié aura o fonte
Sarò specchio di fé.

Cor mio t’adoro
Mi moro oh Dio
Mio bene mio Nume
Mio lume mia spene
Te solo desio.

Filli ecco l’alba o Filli
Ecco nel emisfero
Con un lume severo
Splender sol le tue luci.

Per destino fatale acciò ch’io bruci

Così più non può star
L’alma fra pene
Pietà o mio bene
Et io viverò
Lo stral che piagò
La misera vita
L’ha fatta spedita
Morendo men vo.

Tu fra crudi rigori
Dormi al mesto fragor
De miei tormenti
Ma dormendo ancor senti
Per le porte del core
Le vendette d’Amore

Egli ch’ha l’ali e l’arco
Quando men un sel pensa
Attende al varco.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-PESc - Pesaro - Biblioteca del Conservatorio Statale di Musica "G. Rossini"
fondo Rari
collocazione Ms.b.4

Scheda a cura di Angelo Bonazzoli
Ultima modifica: