Scheda n. 5859

Tipo record

Scheda singola

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1670-1700

Titolo

Il Coriolano: Basso / Parole del S:r Abbate Raffaelli ; Musica del S:r Marcello A. Castellari

Presentazione

Partitura

Legami a persone

autore del testo per musica: Raffaelli (abate)

Pubblicazione

[S.l. : copia, 1670-1700]

Descrizione fisica

8 c. ; 210x290 mm

Note

Tit. dal frontespizio; fascicolo sciolto inserito in una cartellina moderna con in alto a sinistra talloncino del Liceo Rossini con segnatura cancellata; sotto, altro talloncino con segnatura "Pc 39/7345". Nel frontespizio, in alto a sinistra a matita "XIV Castellari Marcello"; sotto "Ed 136/7345"; al centro timbro Liceo Musicale Rossini

Titolo uniforme

Cinto havea d'ogni parte. Cantata, Il Coriolano

Organico

Basso e continuo

Repertori bibliografici

Bibliografia

Descrizione analitica

1.1: (recitativo-arioso, c)
B, Cinto havea d'ogni parte
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2.1: (aria, c)
B, Quel cittadin bandito
%F-4$bB@c ,6-6BBB8B6B4.G8G/
3.1: (aria, 3/2)
B, Su che si fa il suon de le trombe
%F-4$bB@3/2 ,2-2-2F/'1C4C,4G/1A2C/

Trascrizione del testo poetico

Cinto havea d’ogni parte
L’esule Coriolan la patria infida
Già vendetta homicida
Alla città di Marte
Apprestava superba
Una tomba di duolo in grembo al erba.

Ma pria d’alzare al Tebro
Argini di teatri
A schernitori aratri
D’ira fumante et ebro
In sì focosi accenti
Ruppe l’offeso duce il suono ai venti.

Quel cittadin bandito
Quel indegno rifiuto
Quel figlio mal gradito
Mira qual riede e piangi o Roma ingrata
Che gente effeminata
Dalle lacrime sole attende agiuto.

Roma, Roma crudel di che ti vanti

Su scene di splendori
Fai pompa di fortuna
Ma tosto il dì s’imbruna,
E fra torbidi orrori
Ad un volger di ciel cangi sembianti

Roma Roma crudel di che ti vanti.

Roma o tu che non miri
Ch’a momenti felici
Pena de tuoi desiri
Sian le mie furie ultrici
Sian del crollo fatale araldi i pianti.

Roma Roma crudel di che ti vanti.

Dal suo cenere fecondo
Quella Roma che rinacque
Pèra homai tra ’l foco e l’acque
Pèra Roma e pèra il mondo.

Gl’arnesi lacerati
Narrin con cento bocche il mio valore
E se pur simulati
Del barbaro furore
Quest’indizi ti credi vedi le piaghe.
Ah se di lupa ingorda
L’hispide mamme havesti
Crescesti ancor crescesti
Al merto cieca alla giustitia sorda.

Su su che si fa
Il suon de le trombe
Per l’aere rimbombe
Furor crudeltà.

Nere furie ch’in horridi sibili
Habitate voragini squallide
Tutte flebili torbide e pallide
Qua venite crudeli e terribili.

Dimmi o patria venale
Ch’a prezzo di rapine
Compri al girar degl’anni alte ruine
Se la fortuna ha l’ale
Dimmi dimmi in che schuola
Folle apprendesti idolatrar chi vola.

All’assalto alla battaglia all’armi

Miei fidi guerrieri
Con horridi carmi
I timpani alteri
Vi portan disfida
S’abbatta s’uccida
Pietade non vaglia
All’armi alla battaglia.

Disse e fer mille schiere
Al tocco del tamburo
Contro il nemico muro
Splender usberghi e sventolar bandiere,
Quando afflitta e tremante
Tutta duol tutta pianto e tutta amore
A radolcir quel efferato core
Mosse la genitrice antiche piante
Cede’ l’ira all’affetto
Roma fu viva et ei rimase estinto
Oh strano laberinto
Ch’è la reggia d’un petto
Se la ragione impera
Lusingano i desiri
Hor si teme hor si spera,
E fra sì ciechi giri
Certa luce non splende.

Sono ancelle del fato alte vicende.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-PESc - Pesaro - Biblioteca del Conservatorio Statale di Musica "G. Rossini"
collocazione Rari Ms.b.2

Scheda a cura di Roberta Licitra
Ultima modifica: