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Tipo documento
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Redazione
Descrizione fisica
Filigrana
Note
La cantata è la terza del volume il cui frontespizio e indice (Cantate ed arie di D. Giuseppe Sigismondo Dilettante. Libro I) è a carta 19r; questo corrisponde al manoscritto numero 833 della collezione di Giuseppe Sigismondo, acquisita dalla biblioteca alla sua morte; la cantata, secondo quanto scritto a carta 19r è "Cantata di soprano con tutti Istrum.ti in lode di S.E. il Duca d’Arcos: Poesia di D. Crescenzo Tentinno, e cantata dalla di lui figlia D. Lucia Tentinno. 1772".
Titolo uniforme
Organico
Repertori bibliografici
Bibliografia
Descrizione analitica
Del Gran Monarca Nero
Il nome tuo risuona
Signor sia con te pace
Se lassù tra gli astri infidi
Trascrizione del testo poetico
Del Gran Monarca Nero,
Il forte, il glorioso, il giusto, il pio
L’incarico Sovrano
Già compiste o Signor. Perenni pruove
Della grandezza tua
Tra profusi tesori
Al giulivo eccheggiar del Popol tutto,
La famosa Real Napoli vide.
Vide ella ancora
De’ Consorti Augusti
Modello di virtude e di clemenza,
Meno che della Terra a regnar nati
Sul cuor d’ognuno, l’accertato piacere.
Vide fin pure e spesso
Di fruttuosa pietà sinceri effetti
Nell’avvenenza tua.
Io non dico di più.
Ad istorica penna il peso resti
Di ben dinumerar ne’ Fasti aviti
Avvenimento tal. Ma dirò solo,
Che al non insuperbire in questo incontro
Luminoso di molto, anzi all’eccesso
Fu la gran gloria tua vincer te stesso.
Il nome tuo risuona
Dovunque il sol si aggira
Portento ognun t’ammira
Della presente età.
Nel tuo gentil contegno
Tanta virtù s’annida
Che vera scorta e guida
Per un Eroe sarà.
Signor sia con te pace
A che sdegnarti il mio delitto ov’è?
Io non offesi la tua modestia,
Fu un parlar sincero,
Delinquente non è chi espone il vero.
Con questo scudo afronte
Potea dir tutto. Errai, ne scusa il fallo
Che poeta non sono,
Che sul mio [... illeggibile] pompeggia il caso
E che vuol sempre il foto
In cui ma invan sudai
Per più del corso di sei lustri interi
Tutte l’ore perse. Perdono adunque,
E se di tua virtude un raggio solo
Fa che giunga a cader sul capo mio
Oh gran premio per me: sarò felice.
Fato barbaro fato, in oro almen
Che tanto imploro e spero ed in riguardo
Che il mio soggiorno in Accademia unito
Illustrare degnò sì bella face
Cessa d’incrudelir, lasciami in pace.
Se lassù tra gli astri infidi
Destituta è la mia speme
Deh soccorra il cor che geme
Il poter di tua virtù.
Così solo in questo stato
Incontrar potrò da forte
Il capriccio della sorte
Che mi vuole in servitù.
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Segnatura
collocazione Cantate 294 (=25.1.4; =20.2.3).4
Scheda a cura di Giulia Giovani