Scheda n. 54

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1700-1710

Titolo

Di Giuseppe Avitrano

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Avitrano, Giuseppe Antonio (1670-1756)

Fa parte di

Redazione

[Napoli : copia, 1700-1710]

Filigrana

Non rilevata

Note

Il tit. si ricava dall’intitolazione

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

De Guarinoni 1897: 463, n. 7

Bibliografia

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, c)
Non più non più mio core
1.2: Largo(aria, do minore, c)
Ah beltà che non ha pari
1.3: (recitativo, c)
Ma tu vie più spietato
1.4: (aria, sol minore, c12/8)
In quel seno ch'è tutto rigore
1.5: (recitativo, c)
Così sia ch'il castigo
1.6: (aria, do minore, c2)
Amar d'angelo un sembiante

Trascrizione del testo poetico

Non più non più mio core
Tempra omai quel rigore
Che fa del viver mio
Un eterno morire. Ah ben tu vedi
Che a la pena al martire
Il mio petto non cede
E se lo strazij in lui salda è la fede.

Ah beltà che non ha pari
Perché unir tanto rigor?
Occhi belli occhi cari
O men vaghi o men rubelli
Del mio cor siate all’ardor.
Ah beltà che

Ma tu vie’ più spietato
Deridi i miei sospiri. Oh dio che fanno
I fulmini nel ciel, se sol per spasso
Le rupi ferir sanno
Anche il cor di costei è un cor di sasso.

In quel seno ch’è tutto rigore
A punire quell’alma spietata
Vibri pure i suoi fulmini il ciel.

Ma a dar certo la pena all’ingrata
Meglio sia che saetti il mio core
Perché in lui tutta sta la crudel.
In quel seno...

Così sia ch’il castigo
Trovi in un colpo solo
Quella al suo fatto ed io rimedio al duolo.

Amar d’angelo un sembriante
Che di fera ha il cor nel petto
Par che sia troppo martir.
Trovar pene ad ogni istante
Dove un sen sperò diletto
Meno barbaro è il morir.
Amar d’angelo ...

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Mc - Milano - Biblioteca del Conservatorio Statale di Musica "Giuseppe Verdi"
fondo Noseda
collocazione B.23.17.1

Scheda a cura di Licia Sirch
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