Scheda n. 5396

Tipo record

Scheda singola

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1720-1750

Titolo

A quel leggiadro volto | Cantata Spirituale | a canto solo | con | v.v. | Del | Sig:r Francesco Antonio Almeyda

Presentazione

Partitura e parti

Legami a persone

compositore: Almeida, Francisco António de (prima metà XVIII sec.)

Redazione

[S.l. : copia, 1720-1750]

Descrizione fisica

C. 1r-14v + n. 6 parti staccate

Filigrana

Non rilevata

Note

Parti: 2 per il violino primo; 2 per il violino secondo; 1 per il canto e 1 per il violoncello. - Il frontespizio riporta: "(n° 1/7) A quel leggiadro volto | Cantata Spirituale | a canto solo | con | v.v. | Del | Sig:r Francesco Antonio Almeyda".

Titolo uniforme

A quel leggiadro volto. Cantata spirituale

Organico

Soprano, 2 violini e continuo

Repertori bibliografici

URFM: Almeida, Francisco António de: A quel leggiadro volto (ricercare in URFM " Almeida, Francisco Antonio - Cantate sacre)
Sartori 1962: P. 145

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, do maggiore, c)
A quel leggiadro volto
%C-1@c %C-1@c4-8-'G''CCCDEE-GEEEDDD'B6AG''4CC8C6CE8C'BGG4-
2.1: And:te ma non presto(aria, re minore, c)
Piango né un sol momento (A) / Mesto sarà il mio ciglio (B); Aria bipartita con Da Capo
3.1: Rec:vo(recitativo, si♭ maggiore, c)
Veggo le meste luci
4.1: All:o(aria, do maggiore, c; 3/8)
Da nembi e da procelle (A) / Così il mio cor ribelle (B); Aria bipartita con Da Capo. Aria in c; secondo distico della prima quartina ("Placide l'onde chiare | Tornano al fine un dì") in 3/8.

Trascrizione del testo poetico

A quel leggiadro volto
Sì candido e vermiglio,
Fosco pallore ogni vaghezza ha tolto:
Quelle luci serene,
Che spiravan letizia,
Di duolo, e di mestizia
Oggi son piene.
Di versar largo sangue
Non cessano quelle piaghe da me aperte:
Dal profondo del core
Escon tronchi sospiri
Segni di santo, e di celeste amore.
Di tanti affanni, e pene,
Che soffre il mio Signore
Pur la cagion son io per la mia colpa.
Deh perdona il mio error, mira, oh Signore
Che contrito a’ tuoi piedi, è già il mio core.

Piango né un sol momento
Caro mio bene
A piangere m’induce il tuo tormento
Mi spinge il tuo dolor
Mesto sarà il mio ciglio
Sospiri voglio spargere;
Apprendo il bel consiglio
Dal tuo Divino amor.

Veggo le meste luci
Dell’amato mio bene
Placide, e quasi liete in me rivolte;
Parmi sentir la dolce sua favella:
Cessino ormai gl’affanni
Sen fuggano le pene
Ad onta del comun crudel Tiranno.
Sotto altro ciel godrò tranquilla pace
Con l’amato mio bene
Vivo senza dolore in questa spene.

Da nembi e da procelle
Se vien turbato il mare
Placide l’onde chiare
Tornano al fine un dì
Così il mio cor ribelle
Del suo Signore amante
Ha bello il suo sembiante
E il fosco già sparì.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Af - Assisi - Biblioteca e Centro di documentazione francescana del Sacro Convento di S. Francesco
collocazione Mss. N. 103

Scheda a cura di Giacomo Sances
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